Mai come in questi giorni abbiamo compreso profondamente quanto il Napoli sia davvero una squadra per pochi e non per molti, un sentimento che va oltre i colori della maglia o l’appartenenza geografica.

Non ci si riferisce solo agli ultras o a chi si reca sempre allo stadio, ci teniamo a precisarlo. Bensì a tutti quei tifosi che sanno guardare oltre il risultato di una singola partita, capaci di contestualizzare una sconfitta e trarne le giuste riflessioni. Parliamo di chi riesce a raccogliere informazioni con lucidità, comprendendo i motivi dietro a una battuta d’arresto e dimostrando quella pazienza che solo chi ama veramente riesce ad avere. Non parliamo, quindi, di coloro che aspettano solo l’errore, il passo falso, per lanciare accuse prive di argomentazione o riflessione, per criticare aspramente giocatori, allenatore, e persino la proprietà, spesso senza una reale conoscenza dei fatti o dei contesti.

Non è una questione di presenze fisiche, di abbonamenti o di categorie di tifosi. Si tratta di un amore sincero e consapevole, una fedeltà che pochi possiedono e che non tutti possono comprendere. Il Napoli è davvero per pochi e, probabilmente, lo sarà sempre. È una squadra che si lascia amare con passione da chi sa aspettare, da chi sa riconoscere l’impegno e la crescita, da chi sa accettare i momenti difficili come parte di un percorso più ampio. Eppure, tanti vorrebbero appropriarsi di questo amore, spesso a convenienza, per poi sparire alla prima difficoltà.

Quando arriveranno i momenti di gloria, non sarà giusto che tutti salgano sul carro, pronti a festeggiare e a reclamare meriti di un amore che non hanno mai veramente dimostrato. Solo chi ha saputo restare nei momenti duri, chi ha creduto anche quando le cose sembravano andare male, merita di essere parte di questa storia.