Le parole di Koulibaly intervistato da Dazn
Il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly ha rilasciato una lunga intervista per Dazn con Diletta Leotta, nella quale si è raccontato senza filtri, parlando di passato, presente futuro e tanti altri argomenti.
NAPOLI – “Ciò che mi piace di più di questa città è la gente, la rende magica, poi ci sono posti bellissimi. Quando mi sveglio ho la fortuna di poter ammirare il lungomare, Capri, il Vesuvio. L’affetto dei tifosi è enorme, così come l’importanza del club; loro sognano sempre e te ne accorgi subito. C’è il detto che chi viene a Napoli piange due volte: quando arriva e quando se ne va”.
SQUADRA – “C’è un gruppo sano e unito, ci vogliamo bene e con le nostre famiglie capita spesso di andare a cena insieme. Anche lo staff è importantissimo, Tommaso Starace mi ha fatto scoprire il caffè, che prima non bevevo, e me ne sono innamorato: ne prendo 5-6 al giorno, ma solo il suo. Ghoulam è come un fratello per me, abbiamo fatto alcune iniziative per gli ospedali e scuole di Scampia. Jorginho è un grande, quando sono arrivatomi ha accolto in stanza, con lui ho iniziato a parlare italiano e mi correggeva spesso. In campo è straordinario, mi divertivo tanto con lui”.
INSIGNE – “Lorenzo è la storia del Napoli, è fortissimo e ha sempre fatto bene. E’ un grande uomo, una bellissima persona e gli voglio molto bene. Quando siamo in nazionale siamo spesso al telefono“.
OSIMHEN – “Il suo primo anno è stato molto complicato, ha tanto altro da dimostrare. E’ un ragazzo gentilissimo, umile, che fa tanto ridere. Fa un sacco di scherzi a Manolas. Gattuso lo ha aiutato tanto, dandogli fiducia, mentre Spalletti sta completando il percorso di crescita“.
SPALLETTI – “Ci ha dato tantissimo dal punti di vista mentale, ha sempre stimato questa squadra e quando è arrivato ci disse: non è normale che non si vince. Se una persona esterna dice questo, è importante. Ha iniziato a capire quali fossero i problemi. Ha avuto l’umiltà di dire che il lavoro di Gattuso è stato buonissimo, non è arrivato per cambiare tutto ma per dare un valore in più. Mi chiama sua maestà? Sì, mi chiama anche generale, ma mi piace più comandante. Dice che sono il leader, ma io faccio solo ciò che serve, sono qui da 8 anni, sono a disposizione della squadra e di chi ha bisogno di aiuto“.
BENITEZ – “Ho un bel ricordo di lui, mi ha aiutato, mi disse che avrei dovuto capire il calcio italiano e dimenticare quello che già sapevo. Il primo giorno stavamo pranzando e mi fece vedere i movimenti dei difensori con bicchieri e acqua. Lo ringrazio per quello che ha fatto. Quando mi chiamò per dirmi che mi voleva al Napoli gli staccai il telefono, pensavo fosse uno scherzo. Poi mi ha chiamato il mio manager e mi ha spiegato tutto“.
MARADONA – “Lui è una leggenda, non tutti hanno questo privilegio, ho avuto la fortuna di ricevere splendide parole da lui. Gli ho mandato una maglietta e gli ho detto che lo aspettavo a Napoli, sono stato felicissimo quando l’ho incontrato“.
INFANZIA – “Nel 2002 vidi la partita Francia-Senegal a scuola, noi cantavamo per entrambe le squadre; alla vittoria del Senegal eravamo tutti felici, in strada si ballava, lo facevamo tutti: arabi, francesi, turchi, senza distinzioni. Il maestro era anche il mio allenatore di calcio e ci fece questa sorpresa“.
SENEGAL – “Ci ho pensato per un anno quale nazionale scegliere di rappresentare, poi con l’aiuto dei miei genitori e dei miei amici la scelta fu quasi naturale. Mi sento in famiglia. Non mi sono mai pentito di questa scelta, magari se ci fossi stato io nel 2018 non avrebbero vinto il mondiale. Credo nel destino e punto a far bene col Senegal”.
RAZZISMO – “All’inizio pensi di essere tu a sbagliare, poi la città ti ricorda la che sei la persona giusta. E’ un problema che si può combattere, già negli anni ci sono stati passi avanti. Chiellini? Gli voglio molto bene, siamo amici fuori dal campo, è una persona straordinaria e mi ha sempre difeso su tutti i fronti. Mi ha dato dei consigli importanti da calciatore e da uomo. Dopo Firenze mi chiamò per scusarsi a nome di tutti gli italiani, ma questa lotta va fatta tutti insieme. Irrati? Lo stimo molto, quando interruppe Lazio-Napoli mi ha diede una nuova visione degli arbitri, con molta calma mi disse che avrebbe fermato la partita. Ero sorpreso, ancora oggi lo ringrazio perché mi ha dato la forza di continuare a lottare contro le discriminazioni”.