Le recenti pre-convocazioni per Euro 2024 hanno lanciato un potenziale allarme. Sembra di star infatti assistendo (forse) a una trasformazione preoccupante di Luciano Spalletti, da sempre noto per la sua indipendenza e autenticità, in una figura più “corporate”, condizionata forse da dinamiche di alto livello. Questo cambiamento potrebbe riflettersi nelle recenti scelte del C.T. della Nazionale italiana, specialmente per quanto riguarda alcuni aspetti.
La vicenda Acerbi
La mancata presa di posizione chiara di Spalletti in favore del suo ex giocatore Juan Jesus aveva già sollevato dubbi. Tuttavia, il merito sportivo di Francesco Acerbi è innegabile, e la sua convocazione agli Europei può essere giustificata dai risultati sul campo. Acerbi ha dimostrato di essere un difensore affidabile e di esperienza, qualità fondamentali in competizioni di alto livello. Certo è che, dopo il caso di qualche mese fa, il polverone non sembra essersi attenuato.
Il caso Fagioli
La vera polemica recente riguarda invece la convocazione di Nicolò Fagioli. Nonostante la squalifica e il fatto di aver pagato per i suoi errori, Fagioli ha giocato pochissimo negli ultimi tempi. La sua presenza nella lista dei convocati è oggettivamente strana, non per il passato controverso ma per la mancanza di minutaggio e forma fisica adeguata per una competizione importante come gli Europei.
Si può sperare che questa scelta sia motivata dalla volontà di dimostrare solidarietà verso il giovane, facendogli capire che avrà future opportunità in Nazionale nonostante gli errori commessi. Tuttavia, in questo momento cruciale, la convocazione agli Europei dovrebbe basarsi esclusivamente sui meriti sportivi e sulle performance attuali e non può e non deve essere una mera questione di vicinanza morale. Anche le mancate convocazioni di giocatori come Politano e Colpani hanno fatto storcere il naso a molti.
Un cambiamento preoccupante
Queste decisioni sollevano interrogativi sulla direzione che sta prendendo Spalletti. La sua trasformazione in una figura più “corporate” sembra riflettersi in scelte che potrebbero essere influenzate da fattori esterni piuttosto che da una valutazione puramente tecnica e meritocratica. In questo caso ci sarebbe un allontanamento preoccupante dal carattere libero e indipendente che ha contraddistinto la sua carriera.