Un’operazione congiunta della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ha smantellato i vertici delle curve di Inter e Milan, rivelando inquietanti legami tra ultras e criminalità. L’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia, non coinvolge i club o i loro dirigenti, ma evidenzia un quadro allarmante di connessioni tra gruppi di tifosi e organizzazioni criminali, come la ’ndrangheta.
Un’indagine che scuote il calcio milanese
La notizia del blitz è stata diffusa nelle prime ore di ieri, seguita da continui aggiornamenti. Come riportato dal Corriere dello Sport, alcuni nomi noti del calcio, come Simone Inzaghi, Davide Calabria e Milan Skriniar, sono stati menzionati nelle intercettazioni tra ultras, sebbene il loro coinvolgimento appaia marginale rispetto al cuore dell’indagine. La maxi-operazione ha svelato un vero e proprio “romanzo criminale” che intreccia dinamiche calcistiche e malavita, con episodi di estorsione e traffici illeciti.
Il procuratore Viola ha confermato che nessun membro dei club è indagato, sottolineando come le società siano vittime di questo sistema. Tuttavia, l’inchiesta ha portato alla luce dettagli preoccupanti, come le richieste avanzate dagli ultras per ottenere una significativa quota di biglietti per la finale di Champions League dell’Inter, una vicenda che anche l’Uefa osserverà con attenzione.
Conseguenze per i club e la giustizia sportiva
Parallelamente all’indagine penale, la Procura ha avviato un “procedimento di prevenzione” per verificare quanto i club abbiano fatto per allontanarsi dai gruppi ultrà e dalle loro pressioni. L’Inter e il Milan hanno già dichiarato la loro piena collaborazione, con l’Inter che ha imposto il silenzio stampa e il Milan che ha confermato la volontà di fornire ogni informazione necessaria.
Un altro fronte è rappresentato dalla Procura della Figc, che ha subito chiesto di acquisire gli atti dell’inchiesta. La giustizia sportiva dovrà ora valutare se vi sono state violazioni dei principi di lealtà, correttezza e probità previsti dal codice di giustizia sportiva, con possibili sanzioni per i club che vanno dalle ammende pecuniarie fino alla penalizzazione in classifica. Al momento, non ci sono certezze su quali provvedimenti verranno presi.
Le implicazioni legali e normative
La legge italiana, attraverso l’articolo 8 della legge 401 del 1989, vieta alle società sportive di sostenere economicamente o in altro modo le associazioni di tifosi. Questo punto sarà cruciale nell’evoluzione dell’inchiesta, che potrebbe portare anche a sanzioni sul piano extra-sportivo. La Procura Figc ha 60 giorni per esaminare gli atti, con la possibilità di prorogare il termine di altri tre mesi.
Le reazioni del mondo politico e sportivo
Le istituzioni non sono rimaste in silenzio. Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha lanciato un chiaro segnale contro le zone franche negli stadi, invitando le società a prendere una posizione netta contro i gruppi di tifosi violenti. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha commentato che il rispetto delle norme non solo aiuterà il calcio, ma anche la società civile nel suo complesso.
L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha espresso piena fiducia nel lavoro degli inquirenti, pur esortando a evitare giudizi affrettati nei confronti dei club. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere l’entità delle conseguenze, sia sul piano sportivo che legale.