Il portiere azzurro Elia Caprile ha parlato oggi a Radio CRC, nel programma “A Pranzo con Chiariello“, toccando vari temi, dal ruolo del portiere nella squadra partenopea alla sua esperienza personale e professionale. Caprile ha sottolineato l’importanza della compattezza di squadra come chiave per subire pochi tiri e ha condiviso il suo punto di vista sul ruolo del portiere moderno.
La compattezza del Napoli: un lavoro di squadra
Caprile ha spiegato che subire pochi tiri non è solo merito del portiere o della difesa, ma di tutto il collettivo: “Siamo compatti grazie al lavoro di tutta la squadra“. “La classifica sicuramente ci dà consapevolezza ma la stagione è lunga, il campionato non finisce oggi e non ci facciamo prendere dall’entusiasmo: sappiamo di dover lavorare tanto, poi a maggio vedremo”, ha aggiunto.
Il rapporto con i difensori e la concentrazione
Riguardo alla comunicazione con i difensori, Caprile ha spiegato che, dal suo punto di vista privilegiato, può osservare i movimenti delle punte avversarie e dare istruzioni ai compagni: “Posso dare una mano con gli avversari, così come loro mi aiutano nella gestione della palla“. Per Caprile, una delle sfide più grandi è mantenere la concentrazione, anche quando gli avversari creano poche occasioni: “La parte più difficile è essere pronti mentalmente sapendo che riceverai pochi tiri”.
L’esperienza al Leeds e i modelli di ispirazione
Caprile ha poi riflettuto sulla sua esperienza al Leeds United, che lo ha formato sia a livello personale che sportivo: “Mi ha aiutato a crescere, imparando la lingua e superando la pandemia da solo“. Tra i suoi riferimenti, ha citato Stefano Sorrentino, che gli ha insegnato cosa significa allenarsi con cattiveria, e il suo idolo d’infanzia, Gianluigi Buffon, ma anche i portieri più moderni, da cui continua a trarre ispirazione.
Il portiere moderno: un ruolo in evoluzione
Il ruolo del portiere, secondo Caprile, sta cambiando radicalmente: “Oggi il gioco dal basso, stare più alti e uscire dall’area sono componenti fondamentali”.
L’amore per Napoli e il rapporto con Meret
Caprile ha espresso il suo affetto per la città di Napoli, che conosce fin da bambino: “A Napoli sto benissimo, mi rende napoletano il fatto che mi piace mangiare”, ha scherzato, riferendosi al piacere di gustare la cucina locale. Sul rapporto con Alex Meret, Caprile ha parlato dell’opportunità di allenarsi quotidianamente con lui e di apprendere osservando ogni dettaglio del suo lavoro.