Per la seconda volta in pochi giorni il Napoli si deve leccare le ferite contro una Lazio che si è manifestata migliore nel doppio confronto diretto. Stavolta, gli azzurri non hanno saputo gestire la pressione ma, nonostante questo, allontanarsi dalla vetta potrebbe rappresentare un toccasana, con i riflettori puntati altrove.
Forte di una prestazione importante nella gara di Coppa Italia, dopo un’iniziale sfuriata azzurra, la Lazio ha mantenuto con più costanza il pallino del gioco, con il Napoli invece intento a raccogliersi e aspettare un errore. In fase offensiva, gli azzurri hanno ancora trovato un forte appoggio di McTominay come secondo perno, con Di Lorenzo e Politano che spesso si sono scangiati solo a turno viste le potenziali cavalcate di Nuno Tavares sulla loro fascia. Più che giocare a darle, in una grossa porzione di gara le due squadre hanno scelto fondamentalmente di non prenderle, creando comunque qualche pericolo ma mantenendo la coscienza della pericolosità di un gol che poteva essere preso in un contesto di generale equilibrio e, quindi, modificare completamente la gestione del resto della partita.
Chi si aspettava un arrembaggio da parte del Napoli forse non ha ben compreso quale sia la nuova filosofia di questa squadra, che gioca sull’errore dell’avversario e aspetta il momento buono per poter colpire.
Un momento che, però, ieri non è mai arrivato, con il Napoli che ancora una volta sbugiarda il suo passato perdendo l’ennesima gara in cui ha avuto più possesso e più chance, senza però realmente mai essere vicino al gol. La squadra ha fatto una fatica mostruosa sulle seconde palle e, secondo me, non è stata abbastanza grintosa. L’ironia reale sta nell’aver preso il gol su un contropiede (grave la palla persa da Neres), in una gara in cui gli azzurri avevano pensato prima di tutto a difendersi. Di certo è mancato un bel po’ di mordente ma questo non deve togliere meriti alla prestazione della Lazio che, nel complesso, ha mostrato una qualità di gioco superiore.
Ovviamente, niente drammi sportivi, anche se 4 sconfitte stagionali a dicembre sono oggettivamente molte.
Oltre alla testa della classifica, il Napoli perde soprattutto qualche certezza (o almeno, esiste il rischio che sia così). La classifica è molto compatta, quindi il problema non è grave. Piuttosto, la gravità della situazione sta nel fatto che una diretta concorrente per l’Europa abbia fatto fuoco e fiamme in maniera fin troppo semplice, anche quando la posta in gioco si era alzata.
Ora il rumore dei nemici aumenterà ancora di più ma, almeno, una buona notizia c’è: il calendario, adesso, sarà un po’ più clemente e, altrove, ci saranno degli incroci interessanti.
A Conte il compito di raccogliere un po’ di calma e di ripartire con una gestione serena. Probabilmente, adesso, la pressione andrà un po’ di più su altre squadre e questo, per il Napoli, può diventare un vantaggio. A patto che però migliori qualcosa in termini di qualità e di convinzione.