Buongiorno: “Anema e core per vincere. E’ un Napoli cazzuto”

Il difensore azzurro racconta il suo legame con la città, la passione per i tifosi e la determinazione nel raggiungere nuovi traguardi con il Napoli

Alessandro Buongiorno si è ormai calato completamente nella realtà napoletana. Arrivato dal Torino in estate, il difensore ha trovato un ambiente che lo ha stregato, una tifoseria che lo ha accolto con calore e un allenatore come Antonio Conte, che ha saputo trasmettergli la mentalità vincente. Il Mattino lo ha intervistato in esclusiva.

Buongiorno si definisce un giocatore che dà tutto per la maglia”, un concetto che per lui si traduce in massimo impegno e dedizione quotidiana. La passione dei tifosi rappresenta una componente fondamentale di questo percorso, come dimostrato dalla coreografia dell’ultima partita al Maradona, che ha emozionato profondamente il difensore: Mi ha fatto battere il cuore anche rivedendola in TV, ha raccontato.

La città.Mi trovo meravigliosamente bene a Napoli, sono affascinato dalla gente, dal cibo, dal clima, dal calore delle persone. Poi qui ho parenti, perché i miei nonni sono di Cardito e quindi nel mio destino, forse, c’era già scritto che avrei dovuto indossare questa maglia. Ogni giorno che passa mi trovo meglio: le persone ti danno forza in maniera costante”.

Lo “sgarro” culinario. “La pasta e patate con la provola. Ne vado matto. È il regalo che mi concedo quando so che me lo sono meritato”.

Torino e Napoli.Lì potevo girare più tranquillamente, andare in un bar. Qui la passione è travolgente, non riesci a fare un passo. Ma è tutto bellissimo. D’altronde, non è che hai tutte queste forze per uscire dopo che hai fatto un allenamento il pomeriggio”.

Il tempo libero.Resto a casa, faccio i puzzle. Ora ne ho uno di 1500 pezzi, quello del Tower Bridge di Londra. Poi gioco a scacchi, mi concentro con i rompicapo. E mi piacciono i giochi investigativi: appena posso scappo con Meret, Simeone e Raspadori a fare una escape room”.

L’avversario e lo studio. “Iniziamo a studiarlo oggi con i video, poi mi prendo dei momenti alla fine della settimana, mi faccio inviare dallo staff il materiale che mi serve. Mi piace studiare anche il modo con cui gli attaccanti vengono serviti”.

Cannavaro dice che Buongiorno è uno dei pochi, rari, casi di difensore italiano che fiuta il pericolo.Se lo dice uno dei miei miti, non posso che esserne orgoglioso: da bambino vedevo lui, Nesta e Maldini come si muovevano in campo e provavo poi a imitarli. Mi ispiro a loro anche adesso. Vero, cerco di stare “attento”. Il difensore deve essere pessimista nella marcatura, pensare che il suo avversario può fare delle cose strepitose ogni volta”.

Venezia.L’orario delle 12,30 è ostico, ma dobbiamo arrivare concentrati, con lo spirito che ci ha sempre contraddistinto. Gara dura, lo sappiamo. Ma siamo pronti”.

Il Napoli. “È un Napoli che ha un grande spirito, dove ognuno si mette a disposizione dei compagni, si sacrifica per l’altro. E dove tutti hanno voglia di mettersi in gioco, in discussione. E non ce ne sta uno che non sia pronto a migliorarsi”.

Il difensore di Conte.Deve difendere, impostare. Quest’anno abbiamo cambiato tanti moduli ma il mister ci ha insegnato i vari movimenti da fare, nei minimi dettagli. Per lui è importante che il difensore si adatti alle situazioni: deve saper scivolare sulla linea difensiva, marcare a uomo…e noi siamo pronti a tutto”.

Il primo ricordo legato al pallone.Alle elementari, io facevo nuoto ma decisi di seguire i compagni di classe all’allenamento di calcio. Volevo stare con loro. Poiché ero il più alto di tutti mi misero in porta. Ma durai poco: mia madre diceva che prendevo troppo freddo a stare fermo e l’allenatore fu costretto a spostarmi più avanti”.

Maradona.La leggenda. Un’icona che ha stravolto tutto negli anni in cui è stato qui, ha cambiato la percezione del calcio in questa città. E quella statua nello spogliatoio dello stadio fa effetto, emoziona, fa venire i brividi”.

Il primo incontro con Conte. “Per caso. Ma ricordo anche la data esatta. Era il 6 giugno. Il mio compleanno (ride, ndr). Io ero a festeggiare in un locale con gli amici e lui si avvicinò per parlarmi. Ne sono rimasto colpito subito. E da allora abbiamo iniziato a sentirci spesso per parlare del Napoli, a scambiarci messaggi. E non c’è voluto molto per capire che solo per il Napoli avrei potuto lasciare il Toro. Anche il presidente De Laurentiis mi ha subito fatto una grande impressione”.

La laurea in Economia aziendale e il modello Napoli.L’avere una proprietà italiana non è solo un segno distintivo, ormai, ma è anche un elemento di ulteriore forza al progetto”.

Vincere lo scudetto qui.Quelli della vecchia guardia ogni tanto ce lo raccontano. Sono stati giorni bellissimi, qualche volta capita che qualcuno descriva quella festa incredibile. Ma il calcio non guarda mai indietro, si occupa solo del presente. Conta l’oggi, quello che fai adesso, con il Venezia, non certo quello che hai fatto nel passato. Noi non pensiamo a quello che sarà. Lo abbiamo dimostrato. Una partita alla volta, stiamo mettendo una voglia incredibile in ogni gara. E questo i tifosi ce lo riconoscono sempre, allo stadio ma anche quando li incontriamo per strada. Sanno che ogni volta che usciamo dal campo abbiamo dato il massimo, abbiamo la maglia sudata. Vogliamo continuare a renderli orgogliosi di noi. Fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata».

Inter e Atalanta. “Sono due squadre molto forti. L’Inter dall’inizio della stagione è partita come favorita, ma anche l’Atalanta è ostica. Ma a noi non piace guardare oltre noi stessi, non ci piace vedere gli altri. Ci siamo solo noi”.

La Nazionale.Ora abbiamo la sfida alla Germania a cui teniamo molto. Indossare la maglia dell’Italia è un’altra emozione fantastica ma so che per conquistare un posto devo sempre tenere molto alto il livello delle mie prestazioni con il Napoli”.

Conte.Il suo carisma, la sua duttilità soni unici. Riesce sempre a darti la carica, in qualsiasi circostanza, non sbaglia mai il momento, le parole. Poi ha qualità tecniche e tattiche che trasferisce ogni giorno in allenamento”.

Allenatori.Gli ultimi tre anni a Torino con Juric mi hanno fatto maturare tanto. Ma anche da Giampaolo e Nicola ho appreso cose importanti per diventare quello che sono adesso”.

Il miglior Buongiorno napoletano.A San Siro, nell’1-1 con l’Inter. Anche allora con Thuram e Lautaro”.

L’attaccante da incubo. “Di forti ce ne sono tanti, da Retegui a Kean che sono con me in Nazionale. Ma l’ansia che mi dava Lukaku non me la dava nessuno. Ogni volta che lo affrontavo con il Torino sapevo che sarebbe stata dura. E quando ci siamo rivisti a Castel Volturno ero contento. Ma devo dire che anche lui lo era al pensiero che non lo avrei dovuto più marcare…”.

Un aggettivo del suo Napoli. “Mi piace dire “cazzuto”, ovvero tenace, determinato. Ecco, non molliamo mai. Questo è il Napoli”.

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