Napoli e il dilemma del modulo: il 4-3-3 vince nei numeri, ma il gol resta un problema

La squadra di Conte fatica a segnare, nonostante il tridente garantisca più punti e più stabilità. Lukaku unico in doppia cifra, mentre l’attacco continua a mostrare difficoltà realizzative

conte

Il Napoli continua a cercare la soluzione ideale per massimizzare il proprio potenziale offensivo, ma i numeri raccontano una realtà chiara: il modulo fa la differenza, ma non risolve il problema principale, ovvero la difficoltà nel concretizzare le occasioni da gol. Con 45 reti in 29 giornate, gli azzurri sono scesi al sesto posto tra gli attacchi più prolifici della Serie A, un dato che certifica le difficoltà di una squadra che, nonostante la buona produzione offensiva, segna meno di quanto crea.

Il 4-3-3: più punti, più stabilità, ma non abbastanza gol

Come riporta il Corriere dello Sport, dopo diversi esperimenti, il 4-3-3 è risultato essere il modulo più efficace per il Napoli di Conte. La squadra ha giocato 13 partite con questo sistema, ottenendo un bilancio positivo: 9 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta. È proprio con questo modulo che è arrivata la serie più lunga di risultati utili consecutivi, con 7 successi di fila. I numeri confermano l’efficacia del tridente: media punti: 2,3 (la più alta tra i moduli utilizzati) e media gol a partita: 1,7. Tuttavia, il problema realizzativo resta evidente, perché nonostante i miglioramenti in termini di equilibrio e prestazioni, il Napoli segna comunque meno rispetto alle aspettative. Lukaku è l’unico giocatore in doppia cifra, ma con soli 10 gol in 28 partite, mentre il terzo miglior marcatore della squadra resta Kvaratskhelia con 5 reti, nonostante sia stato ceduto a gennaio al PSG.

Il 3-5-2: Raspadori cresce, ma il Napoli crolla

Le numerose assenze hanno costretto Conte a modificare l’assetto della squadra. La perdita, in rapida successione, di Olivera, Spinazzola e Neres ha portato l’allenatore a passare al 3-5-2, con risultati meno convincenti: media punti: 1,25 (una vittoria, due pareggi e una sconfitta) e media gol: 1,5.

Se da un lato questo sistema ha permesso la crescita di Raspadori, autore di 3 gol in 5 partite da titolare, dall’altro ha mostrato un calo nel rendimento complessivo della squadra. Il Napoli ha perso solidità e incisività, evidenziando ancora di più la mancanza di un finalizzatore affidabile.

Le altre varianti tattiche: nessuna soluzione definitiva

Nel corso della stagione, Conte ha sperimentato diversi moduli alla ricerca del giusto equilibrio: 4-2-3-1, visto solo due volte, con risultati deludenti (due 0-0); 3-4-2-1, adottato in quattro partite nelle prime giornate, con un buon bottino di 9 punti e 9 gol, ma contro avversari modesti e 4-2-4 (o 4-2-2-2), utilizzato per sette giornate, con una buona media punti (2,28) ma una produzione offensiva limitata (1,28 gol a partita).

Un problema strutturale da risolvere sul mercato

Il Napoli ha dimostrato che il modulo influisce sulle prestazioni, ma non risolve un problema più profondo: la carenza di gol. La squadra produce molte occasioni, ma fatica a concretizzarle, e questo difetto congenito si riflette nei numeri dell’attacco.

Con la partenza di Osimhen, diventa fondamentale trovare un attaccante capace di garantire almeno 20 reti stagionali. Lorenzo Lucca e Rasmus Hojlund sono i nomi che circolano con maggiore insistenza, ma il club dovrà fare scelte mirate per costruire un reparto offensivo più efficace.

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