Elia Caprile, attuale portiere del Cagliari, ha raccontato la sua esperienza in Sardegna e il percorso che lo ha portato al Napoli, in una lunga intervista rilasciata a Sport di Più Magazine Veneto. Tra riflessioni personali e professionali, l’estremo difensore classe 2001 ha ripercorso gli ultimi mesi della sua carriera, segnati da scelte importanti e sfide decisive.

«Mi sto trovando molto bene a Cagliari – ha spiegato Caprile –. È una terra nuova per me, non conoscevo la città né l’ambiente. Invece, mi sono ambientato subito: i cagliaritani sono persone splendide e anche la città mi piace moltissimo». Un periodo positivo, dunque, che arriva dopo un inizio complicato.

Il debutto in Serie A, infatti, non è stato dei più semplici: «La mia prima partita è stata contro il Verona e abbiamo perso per colpa mia, quindi diciamo che il mio esordio è stato in salita. Però le difficoltà aiutano a crescere. E alla fine la stagione si è chiusa con una salvezza conquistata all’ultimo minuto contro la Roma. Era cominciata male, ma si è conclusa alla grande».

Uno snodo fondamentale del suo percorso è stato il trasferimento al Napoli, arrivato nel luglio 2023 dopo l’esperienza al Bari. Una scelta voluta e consapevole: «È un salto che ho cercato, che volevo fare. E tuttora credo che sia stata la scelta giusta». Caprile, che ha origini partenopee da parte di madre, ha confessato: «Essere per metà napoletano ha reso il trasferimento ancora più speciale. Napoli per me era un sogno. La città mi è sempre piaciuta, ma viverla ogni giorno è stato diverso rispetto a quando la visitavo da bambino».

Durante i mesi a Napoli ha avuto modo di crescere anche sotto il profilo umano: «Ho trovato un gruppo di calciatori di altissimo livello, che si è rivelato composto anche da grandi persone. È stata un’esperienza che mi ha arricchito, anche se poi il mio percorso mi ha portato altrove».

Con il prestito a Cagliari, Caprile ha potuto ritrovare minutaggio e continuità, diventando un punto fermo tra i pali per la squadra di Claudio Ranieri. Un percorso che rientra perfettamente nella visione a lungo termine del portiere: valorizzare ogni esperienza per crescere, sia dentro che fuori dal campo.