Marco Guida denuncia: “Violenza inaccettabile sugli arbitri, non dirigerò più il Napoli”

Il direttore di gara racconta le difficoltà quotidiane e svela perché ha scelto di non arbitrare più il club azzurro: "Così non si può vivere il calcio"

La violenza nei confronti degli arbitri torna tristemente al centro del dibattito calcistico. A rilanciare l’allarme è Marco Guida, arbitro internazionale e rappresentante degli arbitri in attività, che ha parlato ieri ai microfoni di Radio CRC dopo l’aggressione subita da Diego Alfonzetti, direttore di gara coinvolto in un episodio gravissimo ad Acireale.

«Gli mando un caloroso abbraccio», ha dichiarato Guida. «Ha vissuto un attacco vile, vigliacco e disgustoso. L’ho sentito e mi ha detto piangendo: “Marco, ti assicuro che non permetterò a questi violenti di fermare la mia passione, perché io amo arbitrare”». Parole che confermano la fragilità emotiva e l’esposizione personale cui sono sottoposti ogni settimana i fischietti italiani.

Nel corso dell’intervista, Guida ha anche svelato un retroscena significativo: dalla stagione in corso, i direttori di gara possono teoricamente arbitrare le squadre della propria città, ma sia lui che Fabio Maresca hanno scelto consapevolmente di rinunciare a questa possibilità, proprio per evitare situazioni di potenziale tensione e disagio.

«Io vivo la città di Napoli e abito in provincia. Ho tre figli, mia moglie ha un’attività. La mattina devo andare a prenderli a scuola e voglio stare tranquillo», ha raccontato. «Quando ho commesso degli errori arbitrali, non era così sicuro passeggiare per strada o andare a fare la spesa. Il calcio, da noi, è vissuto con grande emotività. Pensare di sbagliare un rigore e poi non poter uscire di casa per due giorni per le attività quotidiane non mi fa sentire sereno».

Il riferimento alla pressione ambientale e alla scarsa tutela che ricevono gli arbitri è chiaro. Non si tratta solo di violenza fisica, ma anche di una forma costante di tensione sociale che rende difficile gestire con lucidità un ruolo già delicato. La decisione di non dirigere partite del Napoli, pur essendo consentita dal regolamento, diventa così una scelta personale dettata dal buon senso.

Nel contesto di un campionato sempre più teso, il tema della protezione degli arbitri si fa urgente. L’aggressione ad Alfonzetti ha riportato alla ribalta una problematica che va ben oltre i singoli episodi: serve una presa di posizione netta da parte di tutte le istituzioni calcistiche, così come un cambiamento culturale nella percezione del ruolo arbitrale.

L’appello di Guida, diretto ma misurato, invita alla riflessione: «Amiamo questo sport, ma il rispetto deve essere alla base di tutto. Nessuna passione può giustificare l’intimidazione o la violenza».

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