Il Napoli ha vissuto una stagione a due velocità, fortemente segnata dalla partenza di Khvicha Kvaratskhelia a gennaio. Dopo una lunga trattativa per il rinnovo e il rischio concreto di perdere il giocatore a parametro zero, il club ha ceduto alle lusinghe del Paris Saint-Germain. Il georgiano è diventato una star in Francia, dove ha incantato stampa e tifosi con le sue giocate nelle notti europee. Lo riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport.
Nel frattempo, in casa Napoli si è aperta una voragine tecnica e tattica. Kvara non è stato rimpiazzato, e le soluzioni alternative si sono rivelate insufficienti. A peggiorare la situazione è arrivata una serie di infortuni che hanno falcidiato il lato sinistro del campo. In appena due settimane sono venuti meno Spinazzola, Olivera e Neres, obbligando Conte a rivedere sistemi di gioco e strategie. La squadra, reduce da sette successi consecutivi, ha cominciato a rallentare proprio a ridosso della chiusura del mercato: dal pareggio con la Roma in poi, il Napoli ha ottenuto solo 12 punti in 9 partite, con un bilancio di due vittorie, sei pareggi e una sconfitta.
La crisi di risultati ha evidenziato i limiti strutturali della squadra, priva della profondità e della qualità necessarie per restare al passo dell’Inter. La panchina corta e il logorio fisico si sono manifestati soprattutto nei secondi tempi, come accaduto contro Como, Milan e Bologna. Nonostante ciò, il lavoro di Conte è stato di alto profilo: con 65 punti frutto di 19 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte, il Napoli è ancora in corsa per il titolo, a soli tre punti dalla vetta.
La stagione degli azzurri si è così trasformata in un racconto di resilienza. Dopo lo scudetto, la perdita di Kvara poteva segnare il tracollo, e invece Conte ha ricostruito una squadra competitiva dalle macerie emotive e tecniche. Anche senza l’ispirazione del georgiano, il Napoli ha ritrovato equilibrio e carattere, confermando la statura del tecnico salentino.
In definitiva, il Napoli post-Kvaratskhelia è diventato una squadra diversa: meno spettacolare, ma più pragmatica. Il vuoto lasciato dal georgiano si è trasformato in un banco di prova per tutto l’ambiente, e la risposta – pur tra mille difficoltà – è stata all’altezza. Il futuro resta incerto, ma il presente dice che il Napoli è ancora lì, in alto, con un solo uomo al comando: Antonio Conte.