Era il 10 dicembre 1961, e sul prato dello Stadio del Sole – che solo due anni più tardi sarebbe stato ribattezzato San Paolo – si affrontavano per la prima volta Napoli e Monza. Una partita che, al di là del risultato (uno 0-0 senza reti ma ricco di significati), ha segnato l’inizio di una rivalità sportiva destinata a svilupparsi lentamente nel tempo. Oggi, a oltre sessant’anni di distanza, è interessante riavvolgere il nastro per cogliere le suggestioni di un’epoca diversa, in cui il calcio era ancora romanticamente semplice, e i protagonisti spesso legati visceralmente ai colori delle proprie squadre. Lo riporta il sito ufficiale del Monza.
Un calcio figlio del suo tempo
Il Napoli, retrocesso in Serie B al termine della stagione precedente, stava vivendo un periodo complicato. Il Monza – all’epoca Simmenthal Monza, per motivi di sponsorizzazione – era una squadra solida, abituata alla categoria cadetta, che affrontava il suo undicesimo campionato consecutivo in B. Il mondo intorno stava cambiando: l’11 dicembre 1961, solo un giorno dopo la partita, gli Stati Uniti avrebbero mosso il primo passo ufficiale nella guerra del Vietnam, mentre in Italia si ascoltava ancora la radio in attesa che arrivassero i Beatles e Gianni Morandi.
Il racconto di un tempo che fu
In quella domenica di dicembre, il Monza tornava a Napoli con due ex: il tecnico Fioravante Baldi, già allenatore partenopeo, e il centrocampista Achille Fraschini, autore di 13 gol nella stagione d’oro del Napoli ’57-58. Ma a rubare la scena fu un altro giocatore brianzolo, Eugenio Bersellini, numero 10 biancorosso, che secondo la stampa dell’epoca fu nettamente il migliore in campo. Dettagli che oggi possono sembrare secondari, ma che allora contribuivano a creare miti e leggende, tramandati nel tempo attraverso la memoria collettiva.
Una partita, tanti significati
Quel pareggio senza gol non ebbe particolari conseguenze sulla classifica, ma fu accolto con soddisfazione da parte del Monza, che secondo Il Cittadino del 14 dicembre 1961 “strameritò il risultato”. E poco importava che il Napoli fosse stato costruito con una spesa da mezzo miliardo di lire: in campo, i valori furono diversi, a dimostrazione che il cuore spesso può colmare il divario tecnico ed economico.
Un punto d’incontro tra passato e presente
Nel clima che oggi accompagna ogni sfida tra Napoli e Monza, ricordare quel primo incrocio del 1961 è un esercizio di memoria e identità. È la riscoperta di un calcio che apparteneva alla gente, vissuto con passione e spirito di appartenenza. È la testimonianza che anche un semplice 0-0 può lasciare un segno profondo nella storia di due squadre.