Antonio Conte è un uomo che non conosce la parola “pausa”. Da oltre un decennio, il tecnico leccese continua a collezionare titoli in Italia e all’estero, trasformando ogni squadra che allena in una macchina vincente. Dopo aver dominato con Juventus, Inter e persino in Premier League con il Chelsea, ora è a un passo dal trionfo con il Napoli, che potrebbe diventare la sua quinta tappa tricolore.
A tre giornate dalla fine del campionato, il Napoli ha bisogno di sette punti per assicurarsi lo scudetto. Gli avversari rimasti – Genoa, Parma e Cagliari – sembrano alla portata, ma Conte non lascia spazio a cali di tensione. Per lui, ogni partita è una battaglia, ogni allenamento un’occasione per forgiare una squadra sempre più compatta e determinata.
L’ossessione per la vittoria è il marchio distintivo di Conte. Dai tempi del Bari, quando nel 2009 portò i pugliesi in Serie A, passando per il ciclo di tre scudetti consecutivi alla Juventus tra il 2011 e il 2014, fino al trionfo con l’Inter nel 2021. In ogni squadra, ha lasciato il segno, imponendo una mentalità fatta di sacrificio, disciplina e fame di successi.
A Napoli, però, la sfida è stata ancora più complessa. Conte ha ereditato una squadra scossa dalle partenze e dagli infortuni – su tutti quello di Kvaratskhelia – e con molti protagonisti del trionfo di due anni fa ormai lontani dal top della forma. Ma il tecnico non si è scoraggiato, anzi. Ha riportato ordine tattico e grinta, caratteristiche che potrebbero rivelarsi decisive nelle ultime tre gare.
Il Napoli di Conte ricorda per certi versi la sua Inter del 2021: una squadra costruita sulla solidità difensiva, capace di chiudere le partite con cinismo e concretezza. E ora, con il traguardo scudetto sempre più vicino, il tecnico non intende distrarsi. In conferenza stampa, ha dichiarato: “Ci sono cose che a Napoli non si possono fare”, una frase che ha lasciato spazio a molte interpretazioni ma che riflette la sua totale concentrazione sulla missione tricolore.
Se il Napoli dovesse conquistare il titolo, Conte entrerebbe nella storia come uno dei pochi tecnici capaci di vincere lo scudetto con tre club diversi. E la sua insaziabile sete di vittorie non sembra destinata a placarsi presto.
