Una partita da vincere, uno scudetto da conquistare, ma senza i protagonisti annunciati. Antonio Conte e Simone Inzaghi, squalificati, lasciano il timone ai loro vice per la notte più importante. Venerdì, al Maradona e al Sinigaglia, saranno Cristian Stellini e Massimiliano Farris a sedersi in panchina, guidando Napoli e Inter nell’ultimo atto di una stagione lunga, intensa e logorante.
Una situazione senza precedenti nella storia recente del calcio italiano, con i due allenatori principali esclusi dal campo proprio alla vigilia del traguardo. Ma l’assenza si trasforma in simbolo: non più l’impresa di un singolo, ma la vittoria di una squadra, anche fuori dal campo. Come in un concerto, quando il frontman presenta la sua band: è il momento dei collaboratori, dei tecnici che quotidianamente contribuiscono al successo del gruppo.
Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, Cristian Stellini e Massimiliano Farris condividono una storia parallela, che parte da una comune passione nerazzurra e passa per un passato da difensori grintosi e tatticamente rigorosi. Due alter ego, chiamati a replicare i rispettivi “maestri”, ma anche a interpretare la partita con il proprio stile. Stellini ha già sostituito Conte in dieci occasioni: otto vittorie, segno di un’affinità che va oltre la semplice delega. Farris ha fatto altrettanto con Inzaghi: otto successi su undici gare, confermando la fiducia totale che il tecnico interista ripone in lui.
Entrambi, da calciatori, erano “primo non prenderle”, oggi devono invece dare tutto per vincere. E ci riusciranno giocando all’attacco, ma senza dimenticare quel rigore difensivo che li ha formati. Stellini è considerato il prolungamento tecnico di Conte, uomo di campo prima ancora che tattico. Nei momenti decisivi della settimana, è lui – insieme al fratello Gianluca, match analyst – a guidare le sedute dedicate alla fase difensiva. Conte scherza spesso: “Gli ho salvato la carriera”, ricordando quando lo convinse a smettere e iniziare ad allenare.
Farris, invece, deve la sua svolta a Maurizio Sarri, conosciuto alla Sangiovannese tra il 2003 e il 2005. Fu proprio il tecnico toscano ad accendere in lui la passione per la tattica. Quella promozione in C1 fu il primo tassello di un percorso che lo ha portato, nel 2014, a conoscere Inzaghi durante le fasi finali del campionato Primavera. Da quel momento non si sono più separati.
Il valore aggiunto di Stellini e Farris è nella continuità emotiva con Conte e Inzaghi, allenatori che vivono la partita con una partecipazione viscerale. Conte una volta mostrò il contapassi in sala stampa: “Ho corso quanto un giocatore”, disse. E lo stesso vale per Inzaghi, le cui fughe sulla fascia sono diventate virali. Stellini e Farris sono diversi nei toni, ma ugualmente coinvolti, intensi, presenti.
Venerdì, sarà una partita anche di nervi, lettura, dettagli. E Stellini e Farris avranno il compito di tenere la barra dritta in panchina, mantenendo alta la tensione e gestendo le situazioni in tempo reale. Lo faranno con passione e competenza, forti del rapporto profondo con i loro allenatori e di un’intesa consolidata sul campo.
Qualunque sia il risultato, questa sarà una pagina speciale della stagione 2024-2025. Uno scudetto (o una volata per lo scudetto) giocato dai vice, con lo stesso carico emotivo dei titolari. Fiducia, tattica e spirito di squadra: Stellini e Farris sono pronti.