Gattuso: “Un sogno che si avvera, voglio riportare l’Italia al Mondiale”

Prima conferenza stampa per il Ringhio azzurro: "Non sarà un compito facile, ma nella vita nulla è facile. C’è poco da dire, bisogna lavorare"

E’ iniziata la nuova era azzurra di Gennaro Gattuso come commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio. Dopo la separazione con Luciano Spalletti, il tecnico ex Napoli ha affrontato la sua prima conferenza stampa come nuovo ct, rispondendo a domande su molteplici temi, tra cui la situazione attuale della squadra, le sue aspettative e le difficoltà da superare, in particolare in vista della qualificazione ai Mondiali 2026.

Questo è un sogno che si realizza – ha detto Rino in apertura – non sarà un compito facile, ma nella vita nulla è facile. C’è poco da dire, bisogna lavorare. Da anni si dice che non abbiamo calciatori: io credo che bisogni solo entrare nella loro testa per farli rendere al meglio. Il mio obiettivo e quello dello staff sarà quello di riportare l’Italia al Mondiale, che è fondamentale per noi“.

Alla domanda sui bisogni principali di questa Nazionale, Gattuso ha risposto così: “Ha bisogno di entusiasmo, di compattarsi e di restare uniti nei momenti di difficoltà. Il mio obiettivo è quello di portare gioia, di creare una famiglia. Poi i moduli, la tattica vengono dopo. Ora dobbiamo riportare quella mentalità che ci ha contraddistinto negli anni“.

Gattuso ha parlato della sua visione per l’Italia, sottolineando che la pressione è inevitabile, ma va gestita positivamente. Ha commentato con lucidità la recente sconfitta contro la Norvegia: “La partita contro la Norvegia l’ho vista – ha detto Gattuso – e la squadra non ha avuto la forza di contrastare i loro avversari, che erano più veloci e determinati”. Riconoscendo il momento difficile della squadra, ha evidenziato come la mentalità e l’atteggiamento siano le chiavi per il rilancio.

Sui giocatori non convocati da Spalletti, Gattuso ha fatto chiarezza: “Ho parlato con 35 giocatori, anche con Chiesa, che deve tornare a giocare con continuità. Chi non è stato convocato ha ancora una porta aperta, dipende da cosa fanno sul campo”. Il nuovo ct ha mostrato apertura a nuovi inserimenti, ma ha ribadito che, come sempre, “a parlare è il campo”.

Sull’eredità di Spalletti, Gattuso ha detto di nutrire un grande rispetto per il suo predecessore, ma ha preferito concentrarsi sul proprio approccio: “Non sono qui per fare grandi cambiamenti, ma per migliorare quello che già esiste. Spalletti ha fatto un lavoro incredibile, ma ora dobbiamo guardare avanti.”

Intransigenza e impegno

Gattuso ha chiarito che sarà rigoroso sui comportamenti dei giocatori, soprattutto in allenamento e durante le partite. “Se i giocatori non danno il massimo, non c’è modo”, ha detto, esprimendo la sua filosofia di impegno totale. “Fuori dal campo non sarò un sergente di ferro, ma dentro al campo si gioca con serietà e passione”.

Sul tema dell’attacco e dei gol

Gattuso ha affrontato anche il problema della mancanza di incisività offensiva. “Dobbiamo essere più aggressivi nella metà campo avversaria, sia con il modulo che con la mentalità. A tre o a quattro non cambia nulla, dobbiamo essere pronti a fare male in area avversaria”, ha detto, mettendo l’accento sulla creatività e determinazione.

Giovani e crescita

Gattuso ha poi parlato dei giovani calciatori. “Non dobbiamo aspettarci che siano loro a cambiare, ma dobbiamo essere noi a lavorare con loro per aiutarli a crescere. L’importante è il rapporto umano e la comunicazione”. Un messaggio di fiducia verso i nuovi talenti, con un focus sul lavoro mentale e psicologico.

In conclusione, Gattuso ha ringraziato anche il suo mentore Marcello Lippi, con cui ha parlato prima di accettare il ruolo di ct, e ha espresso il desiderio di ricreare un gruppo coeso come quello che ha vinto il Mondiale del 2006: “Spero di riuscire a fare quello che ha fatto Lippi con noi. Voglio creare un gruppo che sia unito, capace di lottare e vincere insieme.”

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