Napoli, trent’anni di numeri di maglia: dal 10 di Diego al 17 di Hamisk

La rivoluzione della personalizzazione in Serie A, il numero 10 e le storie di maglie leggendarie

Era il 1995 quando la Serie A decise di fare un grande passo avanti, cambiando il calcio italiano per sempre. Dallo storico sistema di numerazione fisso, da 1 a 11, si passò alla possibilità per ogni giocatore di scegliere il proprio numero di maglia, accompagnato dal cognome. Un cambiamento che ha portato alla personalizzazione della divisa che ha reso ogni numero unico, e ogni storia legata a quel numero ancora più speciale.

Napoli, città di tradizione e scaramanzia, ha visto tanti numeri diventare leggendari, a partire dalla mitica 10, quella di Diego Maradona. Maglietta che è stata ritirata dal club nel 2000, dopo un lungo susseguirsi di giocatori che l’hanno indossata con il peso della storia sulle spalle. I primi a raccogliere questa pesante eredità furono Pizzi, Beto, Protti e Bellucci.

La “maledizione” del numero 17

Ma nella storia del Napoli ci sono anche numeri considerati sfortunati. Tra questi spicca il 17, un numero che in città è legato alla disgrazia. Numero disgraziato fu per Gennaro Scarlato, che si infortunò gravemente per due volte col 17 sulle spalle. Nonostante questa tradizione di “sfortuna”, il numero 17 è diventato un simbolo quando, nel 2007, Marek Hamsik decise di prenderlo con fierezza e trasformarlo in una delle maglie più iconiche nella storia moderna del Napoli.

Il 7 e… il 97

Il 7 ha fatto la storia del Napoli in maniera ricorrente. Prima con il Pocho Lavezzi, che poi lo cedette a Cavani, passando alla 22. Successivamente, il 7 è stato indossato da Callejon e da Elmas. Ci sono anche numeri più esotici, come il 97, che ha visto protagonista il brasiliano Edmundo, un acquisto molto particolare nella storia del club.

I portieri e numeri curiosi

Un’altra curiosità riguarda i portieri del Napoli, che non hanno mai indossato il numero 1Reina (25), Ospina (25) e De Sanctis (26)

Giocatori e numeri: dal cambiamento all’identità

Oltre ai numeri, alcuni giocatori hanno scelto di scrivere il loro nome invece del cognome sulla maglia, come il portiere Milinkovic-Savic (Vanja) e i colleghi Billing (Philip) e Zapata (Duvan). Altri, come Pià e Michu, hanno invece optato per i soprannomi.

Infine, alcuni giocatori hanno anche cambiato numero nel corso della loro carriera, come il Pocho Lavezzi, che è passato dal 7 al 22, o Elmas, che ha iniziato con la 12 prima di passare al 7. Romelu Lukaku, infine, ha preso il suo storico numero 9 dopo aver indossato l’11 al suo arrivo a Napoli, liberando quel numero per De Bruyne.

Lo scrive Il Mattino.

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