In particolare, si sono sentite troppe parole pronunciate da parte di alcuni agenti, a cui (forse) è stato concesso troppo “potere”. Le promesse fatte dai calciatori, spesso non mantenute, hanno generato disillusione. Ma ciò che ha influito maggiormente, va detto, è stata la cattiva gestione di queste situazioni da parte della società.
La svolta delle nuove figure dirigenziali e un altro approccio necessario
Ecco perché figure come Oriali e Conte, persone rispettate e con una grande credibilità, erano necessarie come il pane per il club partenopeo. È inaccettabile che un calciatore o un agente arrivino a Napoli con l’idea di poter dettare legge.
C’è un’espressione napoletana molto nota che recita quanto sege: “Si’ trasute ‘e sicche e te si mise ‘e chiatto”. Questo detto, particolarmente calzante in questi contesti, si riferisce a una persona che si presenta inizialmente come pacata e senza pretese, cercando poi di approfittare delle debolezze e della pazienza degli altri. Il Napoli non deve più tollerare questi atteggiamenti.
In parallelo, è fondamentale che la società impari a gestire meglio queste situazioni. Il rinnovo del contratto di Kvaratskhelia, in questo senso, assume un’importanza cruciale. Non solo per mantenere un talento in squadra ma anche come segnale di una nuova era di professionalità e rigore nella gestione dei rapporti con i giocatori e i loro agenti.
Un rinnovato approccio nella gestione del club non è solo auspicabile ma necessario per evitare che episodi del genere si ripetano. Il Napoli deve imporsi con autorità e rispetto, stabilendo confini chiari e non negoziabili. È il momento di far capire che chi entra a far parte di questa squadra deve rispettarne la storia, la maglia e i tifosi, senza cercare di imporre regole proprie.
La dirigenza deve essere in grado di trattare con fermezza ma anche con giustizia, bilanciando le esigenze della squadra con quelle individuali dei calciatori. Solo così si potrà costruire un ambiente solido, dove ogni componente sa che le proprie ambizioni devono integrarsi con quelle del gruppo.