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Insigne rifletta su un passo di lato. Ma chi può tirare i rigori nel Napoli?

Insigne

Insigne e i calci di rigore non vanno molto d’accordo: perché questo problema? E chi può sostituire il capitano?

Come testimoniato da Opta Paolo, cioè la divisione italiana di Dati Opta, quello sbagliato ieri da Lorenzo Insigne è stato il terzo rigore su 5 tirati in stagione (Venezia, Fiorentina, Torino). La peggiore media in Europa in relazione ai rigori calciati e non concretizzati. Come invece testimonia lo sguardo di Insigne prima, durante e dopo il penalty neutralizzato da Milinkovic-Savic, qualcosa che non va evidentemente c’è. Come la pressione di portare sulle spalle un risultato positivo o negativo in chiave azzurra. Una pressione che, per il capitano della squadra, napoletano di nascita, ovviamente conta più che per gli altri.

Ovviamente nessuno discute la grandezza di Insigne come giocatore. E chi ancora lo fa probabilmente – anzi, sicuramente – non solo capisce poco di quanto afferma ma non vuole il bene del Napoli. Una riflessione sui tiri dagli undici metri va però fatta. Anche perché non siamo di fronte ai primi errori del ragazzo. Molti hanno ancora stampate nel cervello le lacrime in panchina dopo Juventus-Napoli di Supercoppa italiana. Per tirare i rigori c’è bisogno di tanto coraggio, di leadership e responsabilità. Ma ci vogliono anche freddezza, attenzione e balistica che, almeno su penalty, Insigne non sta dimostrando di possedere.

Le cause di questa problematica possono essere diverse. Si parla spesso di una mancata tranquillità per il rinnovo del contratto. O forse, semplicemente, di punti che stanno iniziando a pesare sempre di più per un sogno da provare a raggiungere. E proprio perché i punti pesano tantissimo e il Napoli, per fortuna, nonostante gli errori di Insigne non ne ha persi, forse questo è il momento adatto per cercare di dare una svolta.

Mai come altre forme di allenamento il calcio di rigore esula dalla tenacia e dall’applicazione: è qualcosa di insito, che si possiede oppure no. In tanti, negli anni scorsi, hanno avuto un rendimento ondivago dal dischetto: da Cavani a Higuain, passando per Hamsik, capitano immortale che dopo troppi errori si mise da parte per lasciare spazio ad altri. E proprio su questo, forse, dovrebbe ragionare anche Insigne, giocatore stratosferico che però, in cuor suo, potrebbe decidere di non strafare e, per il bene di tutti, non mettersi indietro ma fare almeno un passo di lato. Come ogni leader che si rispetti è in grado di ammettere, quando necessario.

C’è però da dire che, allo stato attuale delle cose, il Napoli rigoristi non ne possiede. Mertens spesso ha calciato ma – come Insigne – non sempre è stato impeccabile. Petagna li tirava alla Spal avendo una percentuale realizzativa molto alta. Ma entrambi non sono titolari in questo Napoli. Che quindi potrebbe puntare su alcune soluzioni a sorpresa.

Per motivi differenti, Fabian Ruiz e Koulibaly potrebbero essere due mosse sorprendenti. La qualità del primo, la grinta e la leadership del secondo. Il fattore sorpresa per entrambi. E da non sottovalutare anche le opzioni di Osimhen (che però pare ancora troppo grezzo in tal senso) e Politano (che invece sembra avere una lettura maggiore del contesto, almeno in teoria). Insomma: le soluzioni, potenzialmente, ci sono. Spalletti ha fatto l’unica cosa possibile dopo la gara, difendendo a spada tratta il suo giocatore di punta. Ma chissà che anche lui, in cuor suo, non stia aspettando una presa di coscienza che non intaccherebbe di una virgola il calciatore Insigne. E che, al tempo stesso, potrebbe però portare a sviluppi più sereni.

LEGGI ANCHE – Napoli, il report dell’allenamento del 18 ottobre: novità su Manolas e Ounas

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