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Juan Jesus merita rispetto: ode a un protagonista “normale” di questo Napoli

Juan Jesus

Juan Jesus merita rispetto: ode a un protagonista “normale” di questo Napoli

Appena arrivato a Napoli, Juan Jesus sembrava rappresentare agli occhi di tifosi e addetti ai lavori l’enorme difficoltà negli azzurri per la ricostruzione dopo la mancata qualificazione in Champions League della stagione scorsa. Un arrivo all’Inter da predestinato ma senza mai fare il salto di qualità, a Roma qualche buona partita ma anche un periodo di grandi assenze con Fonseca. Giocatore finito, appesantito, scarso. Il mondo gli rideva dietro. Poi però, il Napoli ha iniziato a giocare. E Juan Jesus pure. Non tantissimo, certo. Ma in poco tempo, con attenzione e professionalità, ora il brasiliano è considerato un alleato e non più un pacco da portare altrove.

Acquisto che definire “in sordina” è quasi un complimento, per tanti l’approdo del brasiliano era il manifesto prematuro della stagione del Napoli, che si pensava essere abbastanza transitoria. Ma Juan Jesus, voluto da Spalletti che lo aveva già allenato a Roma, condivide con il suo attuale tecnico anche la voglia di riscatto dopo un stop forzato di chi per altri decide cosa è meglio per una squadra. Nessuno scommetteva un euro su questo calciatore. Che, in effetti, era stato preso proprio per coprire il buco lasciato libero da Maksimovic, svincolato e poi accasatosi al Genoa.

La percezione di Juan Jesus nel napoletano è però cambiata quasi immediatamente. Sin dal primo momento, infatti, il brasiliano si è fatto notare non solo per l’impegno negli allenamenti ma anche per un’oculata gestione social, con un legame da innescare subito con la città partenopea e la geniale intuizione di usare le iniziali del suo nome per una nota espressione napoletana “Jamme Jà”. Nessuno, ovviamente, si aspettava che l’ex Inter e Roma potesse essere un titolare.

Eppure, proprio nella gara contro il Verona, complici le assenze di Koulibaly e Manolas, il centrale ha fatto il suo. Marcatura a uomo molto stretta, fisico usato in maniera corretta, buon senso della posizione. Certo, quando si doveva spazzare lo si faceva senza badare troppo alla tecnica. Anche questa, però, va rimarcata come una mossa intelligente di un calciatore conscio di limiti, rischie e pericoli. Di fatto, contro Simeone e compagni, Juan Jesus ha sofferto meno rispetto al più quotato Rrahmani.

Giudizi affrettati

Il brasiliano ha fatto valere esperienza e attenzione. Si è dimostrato pronto per giocare la partita intera, così come gli spezzoni. E per ora – dato statistico ininfuente quanto curioso – con lui in campo il Napoli non ha mai perso: tra Europa League e campionato, 7 partite con 5 vittorie e 2 pareggi. Juan Jesus è il jolly difensivo che al Napoli serviva: può giocare difensore centrale ma anche terzino, in carriera ha ricoperto persino il ruolo di mediano basso. Juan Jesus è un calciatore, forse meno dotato di altri, che si impegna per arrivare all’obiettivo e dare il suo contribuito alla squadra. E, dunque, Juan Jesus è quel protagonista “normale” in un contesto speciale che tutti dovrebbero essere. Perché non serve per forza essere fenomeni o apparire. Un passaggio corretto, una lettura importante, una prestazione senza sbavature possono comunque significare qualcosa.

Juan Jesus in queste poche settimane di Napoli se n’è sentite dire di tutti i colori, dal peso al valore intrinseco. Nel poco tempo a disposizione ha risposto sul campo. Va rispettato, sostenuto e – perché no, visto che fa parte di questa squadra – anche amato da quelli che ora sono i suoi tifosi. Da qui a qualche mese la sua avventura partenopea potrebbe essere già terminata ma, almeno per adesso, non c’è niente che impedisca a chiunque di osservare come, al di là della cattiva pubblicità, Juan Jesus sia ancora un giocatore di valore. Una rivincita che, immaginiamo, possa solo renderlo felice.

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