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Spalletti tra passato e presente: “Io, Totti e Insigne. Il rapporto con ADL e lo spogliatoio”

Spalletti

Le parole del tecnico azzurro

Luciano Spalletti ha parlato in una lunga intervista a Dazn. Intervistato da Diletta Leotta, ha toccato tanti temi.

LA PIAZZA DI NAPOLI – “Napoli è una piazza importante calcisticamente. Loro hanno ambizioni forti, vogliono vincere e per vincere il confronto si fa arduo. Fin dal primo buongiorno incontri questa passione, questo cuore per questi colori che la gente ha. Mi fa arrabbiare solo quando non viene riconosciuto l’impegno dei ragazzi perché noi abbiamo una squadra di professionisti seri, di bravi ragazzi. Anche quest’anno che abbiamo cambiato molto. Però li conosco bene ed ho apprezzato fin dal ritiro le conoscenze dei nuovi che sono in sintonia con gli altri. Sono calciatori che meritano di vestire questa maglia e ci sarà un impegno massimale in tutti gli allenamenti, in tutte le partite. Possono stare tranquilli i tifosi”.

NUOVO NAPOLI – “Quando si va a mettere mano in maniera così drastica sulla squadra si ha bisogno di un po’ di tempo, di far crescere altri leader. Noi abbiamo già qualcuno, tipo Di Lorenzo, Rrahmani, Anguissa, Osimhen stesso deve diventare un punto di riferimento. Ho già iniziato a dirglielo”.

GRUPPO WHATSAPP – “Con i calciatori si fa anche un gruppo Whatsapp dove ci si confronta e ci si dice le cose. Il nostro si chiama ‘Sarò con te’. Naturalmente io l’ho usato nelle partite dove sono stato costretto a restare a casa, come nella trasferta contro la Juventus. Ricordo che in quel momento lì tutti dicevano che forse la partita andava rinviata perché avevamo tanti calciatori con il Covid. Io gli ho trasmesso tramite il mio messaggio che ero contento ce la facessero giocare, prima che ci fosse l’ufficialità. Perché li avevo visti allenare in maniera seria, forte, corretta. Loro avevano espresso negli allenamenti il desiderio di giocarla. Per molti era una delle poche partite a disposizione e togliergliela sarebbe stato ingiusto. Hanno fatto vedere che ci si può fidare anche di questi calciatori”.

DA INSIGNE A KVARA – “È affezionato al 77, l’ha voluto subito. Ci aspettiamo molto da Kvaratskhelia perché ha sostituito un campione (Insigne, ndr) che ha deciso di fare conoscenze nuove, intraprendere una strada differente dopo tanti anni di calcio italiano, di Nazionale e gol di qualità. Noi dobbiamo stare sempre con la volontà dei calciatori perché quando un calciatore decide di andare a fare un’esperienza come ha voluto Insigne è inutile trattenerlo per forza. Io ho sperato fino all’ultimo che rimanesse con noi”.

MAGLIE IMPORTANTI – “Tre maglie a cui sono più legato? De Rossi, Salah e senza fare torti a nessuno della mia squadra Koulibaly. Kouli è veramente una persona straordinaria, oltre che un gran campione”.

KOULIBALY – “Fin dall’inizio, quando ci siamo conosciuti, abbiamo avuto un bel rapporto. Ogni mattina veniva nel mio ufficio a salutarmi con quest’abbraccio fatto di muscolo, di Watt. Lui è il vero influencer dello spogliatoio perché riusciva ad attirare tutti. Il Comandante. Per me è come aver perso un collaboratore perché poi in campo con la sua voce, la sua prestanza fisica era come un allenatore. Voleva sempre attaccare, andare a recuperare palla alta. La parola era sempre la stessa: ‘Mangia, mangia, mangia’. Ovvero andiamo avanti, a montargli addosso. Purtroppo ho perso due capitani in un colpo solo”.

TOTTI E ICARDI – “Chi era presente sa tutto il bene che gli ho voluto, per loro ho fatto cose che per altri calciatori non ho fatto. Mi disturba quando dicono che li ho fatti smettere perché non è assolutamente vero. Totti ha finito quando tutti sapevano che a fine anno avrei lasciato, per cui avrebbero potuto farlo continuare. Icardi non è andato via con me ma quando c’era già Conte. Lo avrebbe potuto usare, era un giocatore dell’Inter. Insigne ho fatto di tutto per provare a convincerlo ma lui con la sua famiglia aveva già preso la sua decisione”.

DI LORENZO – “È stato facile parlare con lui. Al capitano gli si dà la fascia perché ha equilibrio, possiede la qualità di relazionarsi con i compagni ma anche con gli avversari. Che goda il rispetto di tutti. Con lui è stato facile perché tutti volevano Di Lorenzo come capitano quando ho parlato con la squadra”.

DE LAURENTIIS – “Scommettevano che sarebbe stata dura arrivare in fondo alla stagione invece poi spesso ci incontriamo. Abbiamo i nostri punti di vista ma per ora c’è un buon dialogo. Siamo di quelli che amano dirsi le cose in faccia, lui probabilmente più di me, è un presidente veramente tosto sotto molti punti di vista”.

FRASI MOTIVAZIONALI – “Abbiamo iniziato con la scritta sulle pettorine che è stato un incitamento al gruppo. Attraverso questa abbiamo tirato dentro il pubblico, molte volte abbiamo avuto il Maradona pieno. Poi si vanno a cercare quelle frasi stimolanti che si attaccano in palestra, nello spogliatoio”.

LE REGOLE – “Alcune volte i calciatori sono stati bravi a raggirare le regole dello spogliatoio, anche in maniera simpatica. Però in quel momento ti senti un po’ portato dentro quella situazione. Si fa una regola per il peso della squadra e tu sei deciso a punire quelli sovrappeso. Ricordo che Pizarro prima di salire sulla bilancia si toglieva tutto ciò che aveva addosso, si tagliava i capelli per essere più leggero perché tendeva ad ingrassare. Poi saliva sulla bilancia, era nel peso e tutti erano contenti perché aveva superato la prova. Dopodiché andava al suo armadietto e prendeva un vassoio di paste alla crema e iniziava a mangiare. ‘Io sono nel peso e posso mangiare’. Lì ti senti un po’ preso in giro (ride, ndr). Però viene fatto in maniera simpatica”.

TOTTI – “È un calciatore che per me è stato fondamentale come apporto alla squadra, personalità, forza di tirare dentro lo stadio durante le partite. Ho tutte le sue magliette, anche quella che gli portammo tutti noi della squadra quando si infortunò. Lui è uno di quelli a cui non importa dire niente quando vanno in campo e tirano dietro il resto della squadra da soli. Quando si giocava in Champions qualcuno non aveva la personalità di prendere la palla e fare le giocate a cui era abituato. Ci pensavano loro, che erano la spina dorsale. Se riavvolgiamo il nastro per me è tutto chiaro. Se poi si ha la volontà di cambiare delle cose allora è chiaro che viene fuori un messaggio non corretto. In quella squadra c’erano giocatori pratici come Keita, Maicon, Strootman, Nainggolan, De Rossi. Se non avessi fatto la cosa giusta sarebbe stato difficile essere seguito. Se avessi fatto un torto ad un calciatore con la storia come quella di Totti sarebbe stato impossibile arrivare davanti al Napoli, secondi in classifica. Poi è chiaro che mi dispiace perché con lui ho avuto un grandissimo rapporto. Io mi innamoro veramente dei miei calciatori perché io veramente ho portato a termine il sogno che avevo da bambino, andando a vivere gli spogliatoi con questi calciatori”.

SERIE TV – “L’ho guardata un pochino, ne ho sentito parlare. Quello che secondo me è sbagliato è che Totti aveva contenuti per farla su di sé, invece ha deciso di farla su di me e mi ha fatto diventare un personaggio popolarissimo. Ci sono 2-3 scene che se me l’avessero chiesto gliel’avrei prestate volentieri e avrebbero fatto un’esplosione di ascolti”.

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