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Mario Rui il “Maestro”: ecco con cosa coincide la sua rinascita

Ecco il segreto della crescita esponenziale di Mario Rui, da normale giocatore a “Maestro”

Il problema del terzino sinistro ha afflitto il Napoli per anni. La soluzione, parzialmente, il club azzurro l’aveva già in casa. Quest’anno Mario Rui è passato dall’essere un “titolare obbligato” – lo scorso anno Ghoulam è stato a disposizione per pochissimo – al rappresentare una pedina fondamentale nello scacchiere di Luciano Spalletti.

Con 6 assist in 13 presenze stagionali – 5 in 10 partite in Serie A, miglior assist man dietro Milinkovic-Savic e Deulofeu e avanti a Kvaratskhelia -Mario Rui si è guadagnato il rispetto di tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori.

La Gazzetta dello Sport evidenzia il grande rendimento del laterale portoghese, proprio nell’anno dell’arrivo di un altro co-titolare come Olivera: “Infatti l’alternanza a sinistra consente al portoghese di essere più efficace e lucido nei suoi minuti, mentre il nuovo acquisto a sua volta si è inserito in fretta assicurando con la sua fisicità una maggiore spinta classica sulla fascia. Invece ora Mario Rui entra di più nel campo, usa il suo sinistro in maniera deliziosa da mezzala pura – come in occasione dell’assist del 3-0 contro il Sassuolo per Kvara – ma sa anche capire quando gli avversari ti lasciano campo e in avvio partita ha anche colpito una traversa tirando di destro.

Ancora più “invadente” l’azione di Giovanni Di Lorenzo, vero e proprio regista aggiunto che si accentra e addirittura va centralmente a fare il sottopunta. Un incubo per i difensori avversari che oltre a tre punte e a centrocampisti offensivi devono occuparsi anche di terzini capaci di inserirsi in zona gol. Senza peraltro disdegnare la vecchia fascia e da lì, il capitano ha effettuato il cross del primo gol sabato. Insomma terzini assist-man ma anche goleador. Di Lorenzo ha segnato ad Amsterdam, Olivera a Cremona mentre Mario Rui c’è andato vicino più di una volta. Ma quello che conta è il gioco: fluisce sempre anche grazie a loro, che chiamare terzini è riduttivo”.

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