Gianluigi Donnarumma e Alex Meret, due dei portieri più promettenti del calcio italiano, sembrano condividere un destino paradossale, testimoniando un fenomeno frequente nel mondo dello sport moderno. Nonostante le differenze stilistiche e tecniche, entrambi subiscono le medesime dinamiche mediatiche e sociali, spesso ingiuste e contraddittorie. Ieri, dopo la non convincente partita di Donnarumma contro il Barcellona, a molti è sembrato di vedere proprio alcune critiche piuttosto feroci rivolte a Meret, un portiere che anche nei momenti migliori viene continuamente declassato e deriso.
Dualismi continui nonostante stili diversi
Donnarumma e Meret rappresentano due archetipi diversi tra i portieri. Il primo è conosciuto per le sue incredibili doti fisiche e la sua presenza imponente nella porta. Il secondo è celebrato per la sua agilità e reattività. Queste differenze, tuttavia, sembrano sfumare di fronte all’occhio critico del pubblico e della stampa. Che spesso tendono a semplificare le loro prestazioni in un dualismo riduttivo.
Vittime dei social
La loro carriera è stata contrassegnata da un fenomeno preoccupante: il giudizio social. Ogni errore, spesso inevitabile in una carriera sportiva, si trasforma in un turbine di critiche sui social media. Questi “leoncini social”, come li potremmo definire, sembrano attendere il minimo passo falso per scatenare una tempesta di giudizi negativi, ignorando spesso la complessità e le sfide del ruolo di portiere. Ieri a Donnarumma è accaduto proprio questo. Così come, dopo ogni partita del Napoli, accade anche a Meret.
Ignorati nelle vittorie, criticati negli errori
Ancora più sorprendente è l’atteggiamento nei loro confronti quando mostrano grandi prestazioni. Le streak di partite eccellenti, caratterizzate da continuità di rendimento e statistiche impressionanti, spesso passano inosservate o sono sottolineate con meno enfasi rispetto agli errori. Questo squilibrio nella percezione pubblica crea un clima dove il riconoscimento per il duro lavoro e l’abilità viene eclissato da una visione sensazionalistica e superficiale del loro ruolo. Meret è stato protagnista nello Scudetto vinto dal Napoli, così come Donnarumma per la vittoria degli Europei dell’Italia. Eppure, sembra che i meriti siano sempre altrove.
Resilienza e forza mentale
Fortunatamente, sia Donnarumma sia Meret hanno dimostrato di possedere una resilienza e una forza mentale notevoli. Le “spalle larghe” non sono solo una metafora fisica, ma rappresentano anche la loro capacità di sopportare il peso delle aspettative e delle critiche. Questa qualità è fondamentale per qualsiasi atleta di alto livello, e in particolare per i portieri, che spesso si trovano sotto i riflettori in momenti di alta pressione.
Le carriere di Donnarumma e Meret si presentano come uno specchio delle contraddizioni del calcio moderno, Un ambiente in cui l’abilità e il duro lavoro vengono troppo spesso oscurati da una cultura mediatica e social che predilige la sensazionalizzazione degli errori rispetto alla celebrazione delle vittorie. Nonostante ciò, la loro capacità di mantenere un alto livello di prestazioni sotto pressione è un esempio per tutti gli atleti. Dimostrando che, nonostante le difficoltà, la resilienza e la determinazione sono le vere chiavi del successo.