Il Napoli si trova di fronte a un dilemma interessante e complesso riguardo la posizione del portiere per la prossima stagione. Dopo aver deciso di non riscattare Pierluigi Gollini dall’Atalanta, la squadra partenopea deve ora determinare su chi puntare tra Alex Meret ed Elia Caprile, entrambi portieri dalle grandi potenzialità ma con situazioni contrattuali e prospettive diverse.
Alex Meret: talento in bilico
Alex Meret, attuale titolare, ha vissuto stagioni altalenanti, alternando prestazioni di alto livello a momenti di incertezza. Nonostante questo, Meret rimane uno dei portieri più promettenti d’Italia e il Napoli ha investito significativamente in lui. Meret è infatti il terzo portiere più costoso nella storia della Serie A, dopo i leggendari Gianluigi Buffon e Francesco Toldo. Questo investimento rende ancora più cruciale la decisione sul suo futuro, poiché un eventuale rinnovo di contratto rappresenterebbe un chiaro segnale di fiducia da parte della società.
Elia Caprile: il nuovo che avanza
Dall’altra parte c’è Elia Caprile, giovane portiere che ha attirato l’attenzione grazie alle sue eccellenti prestazioni in Serie B con il Bari e in Serie A con l’Empoli. Caprile è visto come una promessa del calcio italiano e molti credono che potrebbe essere pronto per fare il salto di qualità e assumere il ruolo di titolare in una squadra di Serie A come il Napoli. Tuttavia, l’affidare il ruolo di primo portiere a un giovane ancora in fase di crescita rappresenta un rischio che il Napoli deve valutare attentamente.
Una decisione complessa
La dirigenza del Napoli e l’allenatore Antonio Conte stanno ponderando attentamente quale direzione prendere. Da un lato, confermare Meret significherebbe continuare a investire su un portiere già rodato, sperando che possa raggiungere la maturità definitiva e diventare un punto di riferimento. Dall’altro lato, puntare su Caprile potrebbe rappresentare un cambio di strategia, con l’obiettivo di costruire il futuro su un giovane talento.
Il problema principale del Napoli non è la mancanza di qualità ma l’abbondanza di opzioni valide. La quale può trasformarsi in un problema di gerarchie, soprattutto se non gestita correttamente. Una competizione interna troppo intensa potrebbe minare la serenità del reparto, mentre una scelta sbagliata potrebbe compromettere l’intera stagione.