The day after Napoli-Venezia 1-0: ce la si può giocare ma serve qualcosa in più

The day after Napoli-Venezia 1-0: ce la si può giocare ma serve qualcosa in più. La squadra lotta, c'è ma deve essere più cinica

Sembrava stregata come nelle peggiori occasioni. Invece, nonostante tutto, il Napoli la porta a casa, con una sofferenza enorme e non necessaria ma anche con evidenti meriti, riprendendosi (anche se ex aequo) la testa della classifica.
Pur essendo sicuri del fatto che Conte ieri abbia fatto un po’ di pretattica a riguardo, pensiamo che il mister sia stato fino all’ultimo indeciso sul tandem Kvaratskhelia-Neres ma che, stimolato anche dal pareggio in Lazio-Atalanta, abbia optato per prendersi qualche rischio in più, seguendo la corrente. Ovviamente, con due esterni così ricchi di estro, ci si aspettava un Napoli pronto a fare la partita, sfruttando soprattutto le fasce. Così è stato, con una proposta anche sfrontata per certi versi ma – come spesso è capitato – anche poco cinica. La squadra ha creato e, un po’ per sfortuna, un po’ per MOLTA imprecisione, non è riuscita a concretizzare nel primo tempo, quando serviva. E’ mancata anche un po’ di personalità nei passaggi, contro una squadra che ha giocato comunque a viso aperto, chiudendosi ermeticamente e poi divenendo pericolosa quasi sempre in fase offensiva (e questo, mancando Politano, lo dovevamo mettere in conto, perché Neres sfortunatamente non difende bene quanto lui, a parte una bella diagonale nel secondo tempo).
La differenza sostanziale nella ripresa, dopo un approccio simil Genoa, alla fine l’ha fatta la convinzione ma anche i cambi del nostro allenatore, che modifica il modulo e permette a Raspadori di ritagliarsi un pomeriggio di gloria dopo tante critiche. Il Venezia ha fatto soffrire il Napoli soprattutto nella gestione del cronometro prima del vantaggio, con gli azzurri che però hanno avuto il merito di non disunirsi, di crederci sempre e davvero.
Si continuano a vedere onesti miglioramenti nel gioco, anche se purtroppo persistono le solite pecche, come la gestione dei corner e la poca sensibilità in alcune scelte d’attacco. Ma la squadra c’è, è viva. E alcuni giocatori – Lukaku in primis – stanno cominciando finalmente a raggiungere la forma top.
Chiudiamo l’anno da primi in classifica, anche se in coabitazione. Pensiamo che nessuno se lo potesse aspettare, né lo potesse pretendere/prevedere. Pensiamo anche che, adesso, non ci si può più nascondere. Ma serve qualcosa in più, per rendere il 2025 l’anno del ritorno del Napoli.
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