The day after Roma-Napoli 1-1: una reminiscenza pericolosa

The day after Roma-Napoli 1-1: una reminiscenza pericolosa di un passato che ha impedito di diventare grandi

Come troppo spesso avvenuto negli anni in cui si lottava per diventare grandi, il Napoli perde un’occasione di mini fuga che andava invece sfruttata, dando un po’ adrenalina extra al campionato e, forse, pure fiducia superiore alla concorrenza. Una reminiscenza pericolosa che dobbiamo augurarci non generi delle conseguenze negative dal punto di vista della pressione nel gestire l’alta classifica.

Come ormai da consuetudine, il Napoli conferma il suo atteggiamento molto europeo, portando un pressing altissimo nella metà campo avversaria, con almeno 5-6 giocatori che vanno uomo su uomo per provare a rubare il pallone. Curioso, peraltro, che spesso il più alto di essi sia Lobotka, il quale lascia la mediana per andare a agire come leader del pressing, spostando i centrali in copertura.

Nonostante il possesso palla ragionato e prolungato, il Napoli si distanzia dalla ricerca di tiki-taka permanente e, non per caso, trova la rete nel primo tempo su un’imbeccata verticale molto ben riuscita.
Con il passare dei minuti la gestione della palla è parsa funzionale soprattutto a far scoprire un po’ di più una Roma che, visti i tanti impegni ravvicinati e una rosa lunga ma non al meglio delle sue possibilità, Ranieri ha scelto di schierare in maniera attendista. I giallorossi hanno provato a reggere l’intera copertura del campo per la maggior parte della partita contro un Napoli certamente più fresco nelle energie, incidendo soprattutto quando gli azzurri – per una maniera o nell’altra – si sono rivelati un po’ improvvidi nel possesso.

Purtroppo, nell’ultima mezz’ora di gara, il Napoli ha sostanzialmente smesso di giocare, commettendo l’errore grave di lasciarsi troppo andare e di stare troppo basso. Con il rinforzo sugli esterni di Ranieri e le continue sovrapposizioni arriva un pareggio beffardo ma complessivamente meritato, perché gli azzurri – rispetto ad altre gare recenti – poco e nulla hanno fatto per mettere una bella dose di cemento sulla gara. Un passo indietro nella prestazione, soprattutto perché si giocava contro una squadra imbattuta in casa da 7 partite ma anche molto rimaneggiata. Resta un po’ di amaro in bocca, comprensibile.

L’amarezza principale sta nel fatto che il Napoli poteva essere padrone del suo destino mentre ora, ovviamente, sarà battaglia punto su punto. Si è persa un’occasione davvero importante per dare uno strattone al campionato ma chissà che questo piccolo stop non abbia una valenza positiva nella squadra, anche per continuare a stare sulla corda, nella lotta di gambe e di nervi che si andrà a generare presumibilmente fino alla fine del campionato.

Un’altra speranza è che, per dare la spinta giusta, finalmente la società riesca a mettere le pezze dove deve, per affrontare con serenità, coraggio e forza d volontà i prossimi mesi. Il fatto che Conte stia effettuando pochi cambi e tutti alla fine è un messaggio abbastanza chiaro, in tal senso. Ma, al di là di questo, adesso è importantissimo non perdere la testa e, soprattutto, vedere se il 6 febbraio il Napoli sarà in testa ancora da solo oppure no.

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