Sacrificio. Questa è la parola che abbiniamo alla stagione – straordinaria, a nostro modo di vedere – di Matteo Politano. Un altro di quelli che erano stati criticati con pure troppa energia (nonostante nella scorsa stagione sia stato uno dei pochissimi a salvarsi), un altro che è stato fin troppo bravo a rispondere sul campo.
La precedente esperienza con Conte all’Inter era andata male e si pensava a una possibile cessione per lui. Invece non solo è rimasto ma, per il suo allenatore, si è trasformato in un esterno a tutta fascia, sia nei moduli con difesa a 4 che a 3. Un giocatore del genere non si può non apprezzare: è uno di quelli che lascia sangue e sudore in campo, che dà tutto. E pazienza che abbia segnato di meno, quest’anno: fortunatamente ci hanno pensato altri. Certo, la speranza è quella di vedere un Politano più coinvolto nel gioco offensivo e meno gravato da compiti difensivi, nel prossimo futuro. Ma non veniteci a dire, per esempio, che non vi ha gasato l’esultanza post scivolata difensiva contro la Juventus.
Politano è arrivato a Napoli in un momento molto difficile per il club. Si è integrato perfettamente, vincendo una Coppa Italia e 2 Scudetti e tatuandosi tutto sulla pelle. Un chiaro esempio di come questa città e questa tifoseria sappiano farsi amare e, al contempo, conquistare. A un ragazzo così dedito alla causa non si può non dire grazie.