Per la nostra rubrica amarcord ripercorriamo la carriera di Nicolao Dumitru, un potenziale enfant prodige del calcio italiano che, nonostante le aspettative, non è mai riuscito a esplodere. Nato in Svezia da padre rumeno e madre brasiliana, naturalizzato italiano, Dumitru sembrava incarnare un melting pot straordinario per il futuro della Nazionale italiana e del calcio in generale.
Gli esordi promettenti e la scommessa del Napoli
Dumitru ha iniziato a farsi notare nelle giovanili dell’Empoli a suon di gol, tanto da attirare l’attenzione del Napoli dopo appena tre presenze da professionista in due anni con la squadra toscana. Il club partenopeo lo ha acquistato in prestito oneroso con diritto di riscatto per la comproprietà, vedendo in lui il potenziale attaccante del futuro. Aveva quasi 19 anni, e il suo arrivo era stato accolto con grande entusiasmo.
La dura realtà del professionismo
Nonostante le aspettative, l’inesperienza e la concorrenza di un Edinson Cavani in ascesa non hanno permesso a Dumitru di lasciare il segno nelle sue 12 presenze tra Serie A ed Europa League. Il Napoli, comunque, ha deciso di acquistarlo a titolo definitivo con l’intenzione di mandarlo in prestito per fargli accumulare esperienza. Tuttavia, le esperienze con Empoli, Ternana, Cittadella, Reggina, GAS Veria e Latina non hanno dato i frutti sperati: Dumitru giocava poco e segnava ancora meno.
Una carriera stranissima
La carriera di Dumitru ha preso una piega inaspettata e stranissima. Ha finito per giocare in squadre poco conosciute, facendo esperienze in Corea del Sud, Israele e Thailandia, tra gli altri Paesi. Attualmente, a quasi 33 anni, veste la maglia del Johor Darul Ta’zim, squadra malesiana. Di quel giovane attaccante considerato il vice Cavani non è rimasto molto, se non un velo di malinconia.