Ancora una volta i club di Serie A si ritrovano con pozioni diverse in merito all’assegnazione dei diritti tv per il prossimo quinquennio. Anche l’ultima riunione, durata più di quattro ore, si è conclusa senza verdetti e l’appuntamento per il voto è stato rimandato a lunedì 23 ottobre.
La Serie A deve decidere cosa fare con i diritti TV
Come riporta la Gazzetta dello Sport, la cifra complessiva messa sul piatto dai broadcaster è di 900 milioni, tra i 700 garantiti da Dazn e i 200 di Sky. Ai primi resterebbero le 10 partite, 7 in esclusiva, come accaduto nell’ultimo triennio, alla seconda (che rispetto al ciclo precedente ha più che raddoppiato l’offerta) tre co-esclusive e la possibilità di scegliere un maggior numero di big match. Un piano che così definito (il più vantaggioso economicamente) prevederebbe l’uscita di scena di Mediaset e dell’ipotesi della gara in chiaro. La quota si avvicina alle richieste dei club, per cui la soglia minima era fissata a 927,5 milioni, l’incasso garantito dal 2021 al 2024: a maggior ragione se le cifre dell’offerta di Dazn prevederanno un rialzo nel corso degli anni, magari legato alla crescita degli abbonamenti, o se arrivasse subito un ulteriore rilancio. Soluzione a cui un gruppo di club guardano con favore. Un’altra strada conduce alla realizzazione del canale di Lega, fronte su cui sono schierate altre società, con Napoli e Fiorentina in prima linea e Salernitana al loro fianco come ammesso pubblicamente dal presidente Iervolino. Un altro alleato sarebbe il Milan di Gerry Cardinale che ha parlato di RedBird alla guida del processo.