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L’avversario – Il Torino di Juric: ritrovare l’anima per il riscatto. Pro e contro dei granata

Torino

Alla scoperta degli avversari del prossimo turno per il Napoli: focus sul Torino di Juric

Da anni ormai in balia di stagioni piuttosto mediocri, con alcune salvezze recenti molto risicate e un’Europa ormai lontana dalla gestione Ventura, il Torino sembra essere partito un po’ meglio quest’anno in campionato e, soprattutto, sta cercando di ritrovare la vecchia arma del “Cuore Toro” grazie a un allenatore che il cuore lo mette in campo fin dagli allenamenti. Ovviamente parliamo di quell’Ivan Juric che per il Napoli, solo pochi mesi fa, è risultato essere mortifero in chiave Champions League e che ora, volente o meno, non può che rappresentare uno spauracchio. Al di là di alcune problematiche e di tanti meriti, il Torino è una squadra molto diversa rispetto al recente passato.

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Come gioca il Torino di Juric

L’allenatore ex Genoa e Verona ha basato la quasi interezza della sua carriera da tecnico su basi gasperiniane, prendendo “in prestito” alcune idee del suo mentore (in parte modificandole, se non addirittura migliorandole). Di certo, i principi restano i soliti: pressing alto, grande aggressività, gioco uomo su uomo – un qualcosa che, senza intensità, può portare tanti rischi a fronte comunque di ottime possibilità di successo – e spinta importante sulle fasce laterali.

In particolare nel 3-4-2-1 ovviamente grande importante assumono anche i trequartisti, liberi sia di allargarsi che di inserirsi in base al messaggio inviato dalla partita. Le squadre di Juric non amano il possesso palla insistito ma, al tempo stesso, la gestione della sfera passa spesso anche dalla costruzione dal basso. Che però non priva di una insistita ricerca della verticalità, quando gli attaccanti posseggono le caratteristiche giuste.

A fronte della terza miglior difesa del campionato con soli 7 gol subiti (solo Napoli e Milan hanno fatto meglio), il Torino è però una squadra che finora ha fatto molta fatica a segnare: solo 9 gol, al pari di Empoli e Udinese. Di certo Juric ha l’alibi di non aver avuto a disposizione per lungo tempo non solo Belotti ma quasi tutti gli attaccanti della rosa contemporaneamente.

Lo stesso Juric ha evidenziato delle crepe con la società nel corso dell’inizio di stagione e l’impressione sembra essere quella di un allenatore che volesse dare un taglio nettissimo, in fatto di atteggiamento e cautela, rispetto alle scorse annate.

Pro

  • Grande pressing e aggressività
  • Ottima fase difensiva
  • Mentalità per giocarsela con tutte

Contro

  • Fase offensiva da rivedere
  • Gioco rischioso nell’1 vs 1
  • Squadra dal talento non sopraffino

Il leader

Nonostante le assenze abbiano di fatto allontanato il suo vero “esordio” in campionato, Andrea Belotti resta il leader tecnico e di campo di questo Torino. Una squadra che, almeno per gran parte della stagione, non può certo prescindere dai suoi gol.

La sorpresa

Per ora sicuramente Gleison Bremer, difensore attento e con il vizio del gol che in questo inizio di Serie A è risultato essere uno dei migliori giocatori delle varie retroguardie. Bravo nel far valere sia il gioco di festa che quello fisico, sembra tagliato in maniera perfetta per una difesa a 3 come quella di Juric.

La formazione tipo

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Bremer, Rodriguez; Singo, Mandragora, Pobega, Ansaldi; Pjaca, Praet; Belotti. All. Juric

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