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Scudetto Napoli 33 anni dopo. Le rivincite di Spalletti e AdL

Osimhen
Osimhen

Presidente spesso al centro di critiche e tecnico talvolta additato come un “non vincente”. Alla fine ha vinto il lavoro di squadra

29 aprile 1990-4 maggio 2023. 33 anni e una manciata di giorni dopo, è ancora Scudetto Napoli. Un’attesa lunga, sognata, sfiorata, accarezzata nel corso di un trentennio in cui il Napoli, dopo i fasti degli anni ottanta, era scivolato nel baratro della Serie B prima del fallimento del 2004, anno in cui Aurelio de Laurentiis rilevò il club e lo iscrisse alla C1 con l’obiettivo di tornare subito in Serie A.

Scudetto Napoli, la rivincita di Aurelio de Laurentiis

Rientrato nella massima serie, il Napoli si mantiene sempre nelle zone medioalte della classifica, conquista 3 Coppa Italia e una Supercoppa Italiana ma, nonostante il passaggio di grandi giocatori, non riesce a mettere quella ciliegina sulla torta chiamata Scudetto. Tricolore che, 33 anni dopo, torna a Napoli facendo esplodere di gioia una città e una tifoseria che ormai da settimane si stava preparando al grande evento.

Ma il primo fautore di questa impresa – perché deve essere definita così – è proprio colui che ha fatto rinascere il club prendendone le ceneri nel 2004, ovvero Aurelio de Laurentiis. Il numero uno del club partenopeo – senza fare passi più lunghi della gamba, mantenendo più che in ordine i conti della società, fregandosene anche di qualche critica di troppo indirizzatagli – ha costruito un modello di società sostenibile, ma vincente, cosa tutt’altro che scontata negli ultimi anni. Certo, il presidente non ha fatto tutto da solo, ma la linea dettata dall’alto e la scelta di figure competenti al posto giusto, si è rivelata vincente. Senza dimenticare la pazienza, qualità che nel mondo del calcio spesso viene messa da parte perché si vuole “tutto e subito”. Anche in questo de Laurentiis è stato lungimirante e ha avuto ragione, prendendosi questa bella rivincita sui suoi detrattori.

Scudetto Napoli, i meriti di Luciano Spalletti

Se il primo padre di questo scudetto si può indicare in de Laurentiis, il secondo non può che essere Luciano Spalletti. Al suo arrivo a Napoli, in pochi, quasi nessuno, avrebbe puntato un centesimo su un suo Tricolore azzurro. Invece anche lui, come il proprio presidente, si prende la rivincita e va ad alzare il suo primo scudetto italiano, diventando l’allenatore più anziano a conquistarlo con i suoi 64 anni (tre più di Maurizio Sarri quando lo vinse con la Juventus).

Statistiche a parte, Spalletti ha fatto innamorare i tifosi del Napoli. Oltre ai risultati – che quando sono positivi, fanno pendere sempre il piatto della bilancia a favore del tecnico -, l’allenatore partenopeo ha portato la squadra a esprimere un calcio spesso spumeggiante e piacevole anche gli appassionati in generale e, soprattutto, è riuscito a costruire un gruppo vincente facendo sentire importante anche chi nell’arco della stagione ha trovato meno spazio.

Come Simeone e Raspadori, per fare due nomi, fondamentali nella prima parte della stagione durante l’assenza di un elemento cardine come Osimhen, ma passando anche per Elmas e tanti altri. Da sottolineare la rinascita di Lobotka, al quale Spalletti ha consegnato le chiavi del centrocampo ed è stato ripagato con gli interessi, e tutti gli altri giocatori a cui, da abile sarto, ha costruito abiti su misura facendoli rendere al massimo. Senza dimenticare Meret, più volte dato per partente in estate, ma che ha offerto garanzie per il presente e per il futuro.

Le scelte di Cristiano Giuntoli

Ultimo menzionato, ma non certo per ordine di importanza, è Cristiano Giuntoli. Perché se il Napoli ha vinto, il merito è anche dell’uomo mercato degli Azzurri che, libero di operare su tutti i fronti, è riuscito a portare alla corte di Spalletti elementi rivelatisi poi fondamentali nella conquista del titolo, con Kim e Kvaratskhelia su tutti.

Il coreano era chiamato a raccogliere il grande vuoto lasciato da Koulibaly finito al Chelsea e non ha fatto rimpiangere il franco-senegalese, mentre il georgiano è stata la grande rivelazione di questa Serie A. Negli occhi di tutti c’è ancora il suo gol all’Atalanta. 

Ma la domanda che molti ora si pongono è: cosa potrà fare questo Napoli in futuro? Il riferimento è chiaramente in ottica mercato, con tanti giocatori osservati speciali da molti club esteri. Ma la risposta che diamo è solo una: è il 4 maggio, manca ancora più di un mese alla fine ufficiale del campionato e alla successiva apertura del calciomercato. Lo Scudetto è arrivato dopo una strepitosa cavalcata e l’attesa è stata molto lunga. Per cui, che si goda a pieno il presente e si festeggi alla grande questo meritato Tricolore. Per tutto il resto, c’è tempo.

Giordano Signorelli

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