Lo sconforto, la desolazione e la tristezza albergano nei cuori di tutti i tifosi azzurri dopo l’ennesimo passo falso, di questa stagione sciagurata, del Napoli di Calzona.
Tante palle gol create, un rigore dubbio, un recupero poco corposo e un gol evitabile, queste le principali cause del malumore partenopeo all’indomani del pareggio contro il Torino.
L’ANALISI
Bisogna dirselo, chi viene al Maradona gioca sempre con la bava alla bocca per mettere in difficoltà gli azzurri e, quest’anno tante squadre ci sono riuscite.
La differenza tra una squadra insicura e una squadra sicura è molto semplice: zero alibi, testa bassa a caricare, macinare gioco ripetutamente e vincere la partita sul campo senza scuse.
E’ questo ciò che è mancato in questi mesi, a differenza del capolavoro compiuto da Luciano Spalletti, alla compagine azzurra.
Negli episodi dubbi il Napoli non ha favori dalla classe arbitrale per questo bisogna pensare solo al campo e a dare tutto per la maglia.
C’è bisogno di rispettare chi macina chilometri e segue la squadra malgrado tutte le complicazioni del caso.
LE COLPE
Se vogliamo parlare di colpe dobbiamo criticare Kvara (autore di una gara senza senso per qualità, inventiva e garra, ndr) per l’occasione fallita nel primo tempo a tu per tu con Milinkovic-Savic.
Sarebbe l’unico modo per pareggiare i conti con il presunto errore di Meret sulla rete subita. Certo il portiere azzurro ha evidenti difficoltà nelle uscite da calcio piazzato ma sul gol subito la squadra ha completamente dormito e, causa deviazioni fortuite, si è fatta trovare impreparata nonostante la difesa schierata.
L’ALIBI
L’Aia ha ben pensato, in una gara decisiva per il Napoli, di selezionare Daniele Orsato come direttore del match, arbitro non nuovo a gestioni sfavorevoli nei confronti dei partenopei e anche ieri sera il suo operato ha lasciato molto a desiderare, ma è considerato internazionale, quindi, tutto gli è concesso.
Ma vale davvero la pena parlare di arbitri? No. Parliamo della squadra, dei tanti limiti tecnici, dell’incapacità di capitalizzare le occasioni create e del rallentamento di manovra costante che ha permesso ai granata di non sfilacciarsi e di pressare in maniera compatta.
Questi sono gli aspetti e i problemi sui quali bisogna ragionare e migliorare.
Francesco Calzona se ne occuperà e cercherà di recuperare energie fisiche e mentali (e soprattutto i giocatori ancora out per infortunio, ndr).
IL FUTURO
Il Napoli ora dista due punti dall’Atalanta (impegnata domani contro la Juve, ndr), tre punti dalla Roma (impegnata domani contro la Fiorentina, ndr) e sette dal Bologna (impegnato questa sera contro l’Inter, ndr).
Il calendario segna ancora 10 giornate da giocare, ergo 30 punti disponibili con 3 scontri diretti da disputare nell’inferno del Maradona.
Testa a Barcellona, la qualificazione è possibile e poi testa al campionato, un posto nell’Europa che conta è ancora conquistabile.