
Le chiavi tattiche della sfida Napoli-Torino: Spalletti e Juric cosa possono fare per mettersi in difficoltà?
Sia per questioni emotive che per situazioni di campo, Napoli-Torino è destinato a essere un incontro molto combattuto e con grandi tematiche da analizzare. Se da una parte la squadra di Spalletti cercherà di dare seguito alle brillanti prestazioni manifestate finora in campionato, il Toro di Juric è alla ricerca di una continuità importante, che un risultato di prestigio al Maradona potrebbe regalare come trampolino di lancio. Le chiavi tattiche del match, di conseguenza, possono essere molte.
Innanzitutto, bisogna sottolineare come Napoli-Torino sarà inevitabilmente un incontro di filosofie abbastanza diverse. Da una partita una squadra che fa del possesso palla e della fase offensiva il suo credo. Dall’altra una formazione gagliarda che basa tutto sul recupero della sfera e l’attacco verticale. Il macrotema della sfida sarà dunque come queste due forze diverse potranno scontrarsi nel terreno di gioco.
Come prevedibile, nel suo 4-3-3 il Napoli cercherà come spesso accade di girare la palla in 1 o 2 tocchi, coinvolgendo molto gli esterni d’attacco e un terzino alla volta per sovrapporre. Il jolly sarà come sempre Zielinski, il quale – come già nel Napoli di Gattuso – spesso si troverà a dover scalare per trasformare il 4-3-3 in 4-2-3-1 nella fase di possesso palla dei partenopei.
Pressing alto: pro e contro
Il Torino, d’altro canto, utilizzerà l’arma Juric per eccellenza. Cioè quel pressing alto di gasperiniana memoria che, nelle intenzioni, consentirà ai granata di cercare recupero palla e tenere il Napoli lontano dalla porta di Milinkovic-Savic. Il pressing del Torino è però molto rischioso perché si basa sull’1 vs 1, concesso anche in fase difensiva. Di conseguenza, qualora il Napoli riuscisse a eludere le marcature, potrebbe trovarsi in una posizione privilegiata nella fase d’attacco.
Va detto che spesso questo in stagione non è avvenuto. Il Torino ha la terza miglior difesa non per caso: nei ripiegamenti, la squadra granata è sublime. Soprattutto perché sa alternare momenti di chiusura ermetica a una fisarmonica in non possesso invidiabile. Nel caso di pressing asfissiante, il Napoli ha un’arma incredibile che risponde al nome di Victor Osimhen. Il nigeriano – lo abbiamo visto – in campo aperto è devastante e potrebbe fare davvero male al Torino qualcosa il Napoli decidesse di lanciare spesso il pallone in profondità a scavalcare i reparti per la sua corsa.
Soluzioni alternative
Qualora invece il Torino si chiudesse, il Napoli dovrà certamente velocizzare il suo palleggio e, soprattutto, affidarsi un po’ di più al puntare l’uomo e alle sovrapposizioni. D’altro canto, anche questa può essere una mossa rischiosa perché non consentirebbe al Napoli di coprire bene sugli esterni in caso di ripartenza.
Il gioco offensivo del Torino si genererà principalmente sulle fasce e, soprattutto, sui due trequartisti, che nel 3-4-2-1 di Juric assumono un ruolo fondamentale per la costruzione del gioco. Nonostante le assenze, il Toro ha la fantasia necessaria per creare pericoli in maniera centrale e, magari, andare al tiro da fuori o servire verticalmente l’unica punta per mandarla in progressione. Il Napoli dovrà dunque tenere la difesa a sua volta alta per impedire le giocate prima che possano avvenire.
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