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Bernardeschi: “Parlai con ADL e il Napoli, poi ho scelto Toronto”

Bernardeschi

L’ex Juventus: “Nel 4-3-3 di Spalletti mi sarei trovato a meraviglia”

Federico Bernardeschi, ex Juventus oggi al Toronto con Lorenzo Insigne, ha concesso un’intervista all’edizione odierna de Il Mattino: “Anche la mia Juventus dominava in Serie A, quando le altre squadre venivano a giocare contro di noi c’era una specie di blocco psicologico da parte degli altri, tutti ci affrontavano dicendo: Beh, tanto perdiamo. E mi pare che è quello che sta succedendo a chi affronta il Napoli. Pure la Roma, pur giocando bene, alla fine si è arresa. Senza farne un dramma. Scandalo Juve di oggi? Una vicenda che colpisce, mi spiace per i ragazzi che stanno vivendo questa situazione. Per gli stipendi, non lo so quello che succederà. Spero che gli scudetti conquistati non ci vengano tolti. Sarebbe una ingiustizia, enorme. Che c’entra l’aspetto calcistico? I conti della società vanno al di fuori delle prestazioni sportive”.

“Perchè ho scelto il Canada? Potevo restare anche in Italia, con De Laurentiis ho parlato e l’ipotesi Napoli mi avrebbe fatto piacere. In quel 4-3-3 di Spalletti mi sarei trovato a meraviglia: ma ho scelto Toronto perché sono sicuro del livello di questo torneo. La serie A vista dal Canada dà l’impressione di essere in una fase di transizione: il nostro calcio non produce tanti talenti anche perché nei nostri settori giovanili si investe meno che altrove. Questo Napoli non nasce dal nulla. Ha una programmazione alle spalle che viene da lontano: De Laurentiis sono cinque-sei anni che allestisce una squadra che può lottare per il primo posto. Ha una visione vincente ed è normale che, tenta e ritenta, prima o poi vinci. E lo fai con merito. E chi la dimentica la notte del gol di Koulibaly nell’anno dei 91 punti? Ecco, né io né altri dormimmo, quella sconfitta ci fece tremare. Davvero pensammo che ci avrebbero potuto scavalcare”.

“Chi mi stupisce di più in questo Napoli? Kvara. Non solo per le sua accelerazioni, ma per il modo con cui impatta ogni gara: sempre al 110 per cento. Chi gioca a calcio lo capisce che è un fenomeno perché questo genere di approccio è tipico solo dei grandi campioni. La tranquillità del campionato deve essere gestita. Io penso a quando siamo usciti fuori con l’Ajax: avevamo già chiuso il discorso scudetto e per settimane pensammo solo alla Champions. E fummo eliminati nonostante, sono certo, fossimo i più forti di tutti. Vincere ti allena a vincere la partita dopo. Come si gestisce il vantaggio accumulato? Godendosela tutta, ogni momento da qui al trionfo. Stando sulla cresta dell’onda, surfando sulla felicità. Per chi insegue, lì è più complicato trovare stimoli: bisogna pensare partita dopo partita, giocare ogni gara come se fosse una finale. Spalletti è sempre stato un grande allenatore, io ho sempre sperato di essere allenato da lui, toscano come me. Ha sempre dimostrato il suo valore, in ogni squadra ha sempre creato un’alchimia vincente. Raspadori ha qualità, si merita di stare lì, si merita anche questo momento, il Napoli è la dimensione giusta per uno forte come lui. Crescerà tanto e vincere in una città come Napoli, per Raspadori e Meret sarà di aiuto anche in ottica Italia. Di Lorenzo? Merita di vincere lo scudetto da capitano, perché è uomo vero e so quanto ha lavorato per arrivare a questo punto della sua carriera, un uomo vero”.

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