
L’avversario – Il Verona di Tudor: ritmi alti e pressing per diventare bestia nera degli azzurri
Ormai vista come una partita maledetta, Napoli-Verona dell’anno scorso ha di fatto impedito agli azzurri di guadagnare la qualificazione all’attuale edizione della Champions League, facendo nascere una sorta di psicodramma che ancora oggi difficilmente si prova a tenere a bada. Proprio il Verona torna al Maradona per provare a guastare i piani di un Napoli decisamente più quadrato, equilibrato e lanciato rispetto al precedente. E lo fa con un momento di forma strepitoso, dovuto in parte anche alle idee di gioco del nuovo allenatore Igor Tudor.
Come gioca il Verona di Tudor
Di scuola gasperiniana e juriciana, Tudor ha fatto benissimo i compiti a casa in queste settimane. Di fatto, il rendimento del Verona nelle ultime 8 partite è inferiore in tutta Europa soltanto a quello del Bayern Monaco. La squadra, dopo la miniparentesi sfortunata con Di Francesco, sembra ormai in grado di esprimere tutto il suo potenziale. E Tudor sta sfruttando a dovere il suo credo per muovere ottimamente le pedine a disposizione. Come i suoi maestri, anche l’ex allenatore in seconda di Pirlo alla Juventus propone un 3-4-2-1 che molto spesso diventa 3-5-2 o 3-4-1-2. In particolare, come già appurato per il Torino, anche Tudor e il Verona fanno molta concetrazione offensiva sui 2 trequartisti, chiamati a produrre gioco oltre che a segnare.
In moduli simili ovviamente anche le fasce hanno un’impostazione fondamentale. Se a sinistra Lazovic sta parzialmente facendo dimenticare l’addio di Dimarco, a destra Faraoni rappresenta sempre una garanzia. Gli uomini chiave del Verona sono però i tre dell’attacco: Barak sta facendo sbocciare definitivamente il suo talento, Caprari sembra arrivato finalmente (anche se forse un po’ tardi) alla definitiva maturazione, mentre Simeone si è trasformato all’improvviso nel Re Mida che aveva provato a diventare già dalla sua prima avventura italiana al Genoa. Dopo aver giustiziato Lazio e Juventus, El Cholito incontra di nuovo la squadra a cui ha realizzato la tripletta più importante della sua carriera.
Uomo su uomo, pressing alto, attacco verticale dopo il recupero palla: il Verona è una piccola Atalanta che sta cercando di diventare grande. Inevitabilmente, questa maniera di giocare concede poi spazi difensivi e, se Osimhen recupererà, per il Napoli si potranno aprire ghiottissimi varchi in ripartenza. Anche perché, se c’è un punto debole negli scaligeri, proprio la difesa sembra rispondere a questa descrizione.
Pro
- Concetti di gioco simili ad Atalanta e Torino negli aspetti positivi
- Giocatori offensivi che vivono un momento da stato di grazia
- Grinta e voglia di combattere in mezzo al campo
Contro
- Una difesa non inespugnabile
- Tanti spazi potenziali per le ripartenze
- Il troppo entusiasmo potrebbe giocare brutti scherzi a livello tattico o di approccio
Il leader
A livello tecnico, al momento la squadra si appoggia tutta sul peso offensivo di Giovanni Simeone. L’attaccante sembra essere letteralmente rinato e tutto gli riesce facile attualmente. Antonin Barak, alla stessa maniera, sembra ormai aver spiccato il volo.
La sorpresa
Ha navigato per anni in Serie A mostrando qualità a tratti senza mai davvero incidere troppo. Ora Gianluca Caprari rappresenta un trequartista veloce, tecnico, bravo a puntare e saltare l’uomo, a segnare e servire assist. Insomma, un giocatore (quasi) completo. Non una sorpresa in senso assoluto ma sicuramente il giocatore più migliorato del Verona (anche se era altrove) rispetto alla scorsa stagione.
La formazione tipo
VERONA (3-4-2-1): Montipò; Dawidowicz, Gunter, Ceccherini; Faraoni, Tameze, Veloso, Lazovic; Caprari, Barak; Simeone. All. Tudor
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