Poteva essere l’annata dell’addio, si è trasformata nella stagione del trionfo. Dopo mesi caotici e una separazione che sembrava cosa fatta, la pace e poi la Storia, visto che Giovanni Di Lorenzo è diventato il 2° capitano, dopo Maradona, ad alzare 2 Scudetti con il Napoli. Ricordiamo ancora la personalità con cui, in Coppa Italia, si è presentato per primo sul dischetto contro il Modena, in un momento già potenzialmente delicatissimo per gli azzurri e – soprattutto – in un contesto nel quale non era stato ancora perdonato da tutto la tifoseria partenopea. Un biglietto da visita con un messaggio chiaro: “sono tornato”.

L’inizio di stagione aveva lasciato presagire una maggiore componente offensiva per il laterale azzurro, con gol e assist a ripetizione. Poi, il boost in tal senso è sembrato un po’ spegnersi, tanto è vero che persino Conte aveva auspicato – nelle giornate finali di campionato – un maggiore contributo del suo capitano in termini di concretezza offensiva.

La vera qualità di Di Lorenzo quest’anno è stata la sua capacità di confermarsi giocatore eclettico, un vero jolly difensivo: sia da centrale che da braccetto nel 3-5-2, così come da terzino nel 4-3-3 e nel 4-4-2, il capitano non ha mai davvero sbagliato una partita, proponendosi come uno dei giocatori più costanti dell’annata. Meno appariscente e propositivo in fase offensiva ma anche più attento alla copertura e, in generale, più solido nel modo di giocare.

Crediamo che, dopo quanto avvenuto mesi prima, nessuno si aspettasse una stagione così convincente. Invece Di Lorenzo ha manifestato una personalità importante, oltre che una calma che solo le persone buone e razionali possono sfoggiare in mezzo alla tempesta (e in questo lui e Meret sono molto simili). Anche per Conte è stato un insostituibile e crediamo continuerà a esserlo. Un’annata sportivamente buonissima che, di fatto, lo consacra come una leggenda di questo club.