Il terzo cambio di allenatore certifica il fallimento di una stagione che ha visto Aurelio De Laurentiis ergersi a piccolo imperatore. Come un novello Nerone rapito dal suo irrimediabile narcisismo, il presidente ha incendiato il ricordo del terzo scudetto e ridotto in cenere l’entusiasmo dei tifosi.
In un impeto di onnipotenza ha creduto di poter fare tutto da solo o, al massimo, in famiglia. Nessuna azienda, però, può avere successo se manca una struttura imprenditoriale, se competenza e managerialità soccombono di fronte a improvvisazione e arroganza. L’addio di Giuntoli e Spalletti, stanchi delle continue ingerenze, è stato colpevolmente sottovalutato. Lo scrive il Corriere del Mezzogiorno.