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Penna in Trasferta – Dusi: “L’Eintracht contro le grandi si esalta, il Napoli deve stare attento a Kolo Muani”

Il collega, che segue da vicino le vicende dell’Eintracht, ci ha detto la sua sulla sfida di stasera allo Stadio Maradona

Questa sera alle ore 20.45 il Napoli è ospite dell’Eintracht Francoforte per la gara di andata degli ottavi di finale di Champions League. Dopo il brillante primo posto nel girone, gli uomini di mister Spalletti vogliono confermarsi nel corso della fase a eliminazione diretta, ma di fronte si trovano i campioni dell’Europa League in carica. In vista del match abbiamo fatto quattro chiacchiere con il collega Giorgio Dusi. Ecco le sue parole:

In Italia siamo ormai abituati a vedere il Napoli dominare ogni incontro: cosa deve temere la squadra di Spalletti?
Principalmente ne farei un discorso tattico. L’Eintracht sa subire l’aggressività e il pressing per poi andare veloce in profondità: baricentro basso ma hanno un contro-pressing fatto molto bene. Quando recupera palla alta ha la tecnica e la velocità per fare male al’avversario. Non è una squadra che punta molto sulla manovra avvolgente, i calciatori tendono più a lavorare sulla verticalità, con giocatori come Kolo Muani, attaccante di gamba che corre molto.

Hanno un gioco offensivo che può mettere in difficoltà le grandi, lo sa bene il Bayern Monaco. Dopo un match d’andata dominato dai bavaresi, di recente le due squadre hanno pareggiato, e anche negli anni scorsi l’Eintracht ha giocato grandi partite contro squadre più forti, come contro il Barcellona. Paradossalmente fa meno fatica a giocare contro le squadre che non hanno paura di scoprirsi per attaccare. In questo senso è stato chiaro anche Mario Götze: il Napoli non è la classica squadra italiana, attacca e fa molto bene pressing e contro-pressing. I tedeschi non faranno barricate, anzi.

Quanto può contare per l’Eintracht la vittoria in Europa League dello scorso anno a questo punto della competizione?
La vittoria dell’Europa League è stata essenziale. Ha dato uno slancio emotivo importante. Nel 2019 ci andarono vicinissimo, perdendo ai rigori contro il Chelsea in semifinale. Anche quell’esperienza aveva creato molto entusiasmo, e la vittoria dello scorso anno ha dato molto in termini di fiducia nei propri mezzi.

All’esordio in Champions hanno perso in casa contro lo Sporting, mentre in trasferta hanno rimontato mostrando molta fiducia, L’ambiente è sempre stato entusiasta, basta guardare le coreografie, ma in termini di consapevolezza della squadra la vittoria europea è stata importante.

L’Eintracht è una squadra giovanissima (età media 25 anni): può pesare la mancanza di esperienza da parte di alcuni calciatori?
L’età media è di 25 anni, ma secondo me non sono da considerare come una squadra giovane. Kolo Muani va per i 25 anni ed è da considerare come un giocatore ormai maturo. Götze va per i 31 anni, Trapp è del 1990. In difesa ci sono Ndicka che è giovane con 23 anni e anche Tuta, ma sono affiancati da Hasebe, che è del 1984. Ci sono a centrocampo dei classe 1996-97. Ci sono giocatori giovani, mi viene in mente ad esempio Knauff, ma c’è anche Max che ha 29 anni.

L’esperienza è quello che manca: Götze ha 73 presenze in Champions, ma il resto della rosa in tutto supera di poco le 150. In Europa può fare la differenza la capacità di mantenere i nervi saldi. Il girone in questo senso è stato un aiuto, così come può essere importante anche il non avere nulla da dimostrare.

 

Chi deve temere di più il Napoli? E quali sono eventualmente i punti deboli dell’Eintracht?
Uno su tutti: Kolo Muani, lo abbiamo visto anche al mondiale. La fonte principale di gioco è Götze, che in termini di gol e assist non spicca, ma è un giocatore di classe superiore che ogni volta che tocca il pallone velocizza il gioco. In pochi possono vantare la sua carriera, nonostante i trascorsi non facili negli ultimi anni. Ci metto anche Lindstrøm, calciatore che entusiasma con le sue giocate e i suoi dribbling. Ne dico uno a sorpresa: Ansgar Knauff, esterno destro in prestito dal Dortmund: è un quinto molto forte, ha velocità passo, dribbling, sa crossare molto bene.

Sui punti deboli, sanno costruire sulle difficoltà anche grazie all’abilità del tecnico, ma c’è disparità tra i titolari e la panchina. La difesa non è di ferro, e per Osimhen il duello con Hasebe può essere impari. Anche sulle fasce i tedeschi possono scoprirsi molto, e a centrocampo manca un incontrista che si muova davanti alla difesa. Ma Glasner è un allenatore che sa preparare molto bene le partite”.

La redazione di SiamoilNapoli ringrazia Giorgio Dusi per la disponibilità e gli augura buon lavoro.

 

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