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Spalletti: “L’Atalanta farà l’auto-scontro, sarà dura come Anfield!”

Spalletti

Le parole del tecnico azzurro, Luciano Spalletti, in vista della sfida con l’Atalanta

Parla Luciano Spalletti alla vigilia della sfida con l’Atalanta. Ecco le sue dichiarazioni:

Quali sono i rischi della gara con l’Atalanta?
“I rischi domani sono tanti, hanno buoni giocatori che determinano un ottimo collettivo, ci vorrà la consapevolezza di essere forti anche se da Anfield noi ne usciamo con questa certezza. Quello che diciamo sempre, servirà qualità e forza fisica, loro sono creati in maniera corretta e poi c’è Gasp che è un veterano di quelli terribili”.

C’è una squadra che preferirebbe evitare agli ottavi?
“E’ un giochino sbagliato quello di preferire quello o quell’altro perché poi devi passare sempre dalla convinzione di mettere le qualità nelle partite e devi credere che dipenda sempre dalla tua forza. Noi non vogliamo giocare gare più facili, noi vogliamo partite difficili ed avere la forza per affrontarle”.

Quali sono gli svantaggi per il Napoli dalla sosta mondiale?
“Non ne vedo, dobbiamo passarla tutti, qualcuno ha un giocatore in più e poi si valuta se senza giocare gare di livello cala la condizione di alcuni mentre chi va lì giocherà però avrà fatica superiore. Si faranno valutazioni individuali. Da un punto di vista nostro non temiamo quel periodo, abbiamo una squadra sana, calciatori che sanno gestirsi e sanno mettere qualità professionale. Per essere professionisti al 100% serve un comportamento corretto anche fuori dal campo e noi abbiamo giocatori che sono allenatori di se stessi”.

Il Liverpool s’è snaturato quasi, siete entrati nella lista delle grandi? Gasp avrà rispetto e uscire bene da lì cosa significherebbe?
“Il rispetto bisogna prenderselo, difficilmente te lo concedono. Io avevo timore della gara di Anfield, c’ero già stato ed è una delle squadre che guardiamo di continuo perché dà l’idea di dove sta andando il calcio e quindi sono stati bravi i calciatori anche se negli ultimi minuti abbiamo concesso qualcosa, ma per la tranquillità del risultato ormai guadagnato. A Bergamo un test che somiglia molto, sarebbe la conferma dei passi in avanti importanti perché anche lì c’è stadio, squadra, struttura, gioco, tutte le componenti, ma sono tranquillo perché la squadra s’è allenata anche ieri molto bene, non abbiamo nessun calciatore travestito da nostro calciatore, li abbiamo tutti corretti”.

Che tipo di gara dovrete fare per mettere in difficoltà l’Atalanta?
“Non c’è una cosa sola, il campo è così grande che le soluzioni sono sempre molteplici. Ci sarà da fare tutto, interpretare i cambiamenti nella stessa partita, e noi abbiamo visto che la squadra sa giocare a viso aperto e sa comportarsi nelle varie situazioni”.

Le risposte avute dalla difesa senza Rrahmani?
“La difesa è una componente fondamentale per una squadra forte, ti dà il sostegno e la sostanza per metterci sopra la qualità e fare un calcio offensivo, anche quando lasciati da solo se la sanno cavare ma anche agli attaccanti viene chiesto il rientro, ma a campo aperto devono trovarla da soli la situazione in difesa e abbiamo calciatori forti difensivamente e nell’uno contro uno. Kim dà continuamente prova di forza, velocità, qualità d’impostazione perché sta crescendo molto quando viene attaccato con forza. Noi siamo convinti di avere un reparto che può continuare così”.

L’Atalanta è stata una macchina da gol, ma ora è il sesto attacco e la seconda difesa. Quanto è cambiata?
“Sì, la dice lunga sulle qualità di Gasperini. I numeri li guardiamo tutti, forse aveva bisogno di questo, avrà trovato correzioni ma la trovo uguale dal punto di vista della caparbietà, una squadra pronta all’auto-scontro perché hanno centimetri, corsa, qualità. Dovremo essere di quel livello lì se vogliamo avere ambizioni importanti”

Chi in rosa è il più simile a Lobotka per caratteristiche?
“Ce ne abbiamo diversi, Demme è quello forse più adatto anche se l’ho usato poco per l’infortunio e un po’ lo penalizza la forza fisica, però per far girare palla nello stretto e le serpentine nello stretto è quello più adatto per frequenza del palleggio nella zona affollata. Ndmbele gli mancava il ritmo gara ma anche nell’ultima ha fatto vedere cose nuove, ci vedo anche la possibilità di giocare come play. Poi se Gaetano avesse possibilità di fare esperienza nel ruolo potrebbe diventare importante, tutti mi dicono che deve stare più avanti per l’evidente qualità, ma a me piacerebbe vederlo lì a far girare palla perché ha qualità, potrebbe farlo perché ha anche corsa e struttura, lui i 30-40mt li copre facili”.

Battere il Napoli è diventata una medaglia, motivo d’orgoglio, stress o di alzare l’asticella?
“Nonostante sia stata una sconfitta che non ha tolto il primo posto, la squadra aveva l’amaro in bocca. Nessuno aveva voglia di festeggiare il traguardo raggiunto, questo significa che sentono di poter arrivare a valere quanto gli avversari di fronte. E’ un valore importante”.

Giocando tanto, Lobotka e Di Lorenzo tengono alto il rendimento nonostante la fatica.
“Si corre il rischio di qualche gara sotto il livello esibito per tante gare, se a volte cambiando qualcosa sai che otterrai risposte importanti, in altri casi vale la pena di aspettare che sia visibile il momento in cui devi cambiare, sapendo che la risposta sarà uguale ma meglio non azzardarla prima in alcuni casi. Ma abbiamo la rosa completa, forte, mi dispiace che qualcuno, come detto Demme, Zanoli… la squadra va bene, alcuni sono sempre al top e fino a quando non c’è l’urgenza in alcuni ruoli è giusto fare così”.

Benitez ha avuto belle parole per lei.
“E’ un grandissimo, una bella persona, schietta, ha conoscenze da vendere ed è sempre bello parlare con uno come lui. Dentro Castel Volturno quando si parla di lui tutti hanno un ricordo splendido e significa che sa comportarsi anche con chi lo circonda”.

Molti elogiano la crescita dei giocatori con lei.
“Sì, bisogna stare attenti a non peggiorarli (ride, ndr), io non penso chi ha dato di più o meno, bisogna prima farli giocare per raccogliere il massimo dai giocatori e poi di far funzionare il collettivo perché la mentalità deve essere rivolta al gruppo, quello dà la forza al gioco d’insieme”.

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